A Roma cancellata la tradizione

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Ve lo ricordate com’era il natale? Senza assurde polemiche, nell’abitudine alla tradizione e al rispetto che superava ogni imbecille capriccio del mondo moderno. Quando era impensabile calpestarne l’essenza. Tra Presepi vietati, crocifissi tolti di mezzo e diritti per alcuni che annullano quelli di altri, anche a Roma il Natale è “demodé”. Nella Capitale aveva una casa: Piazza Navona. Una tradizione centenaria il suo Presepe, i suoi artigiani e le sue bancarelle, tra frotte di bimbi sulle spalle dei papà e colori, luce, caroselli, stretti intorno alla fontana dei Quattro fiumi del Bernini. Così da sempre, fino ad oggi. Tutto questo non c’è più. Il Comune ha decretato: al posto delle bancarelle arrivano gli stand, tra cui quello della Croce Rossa, di Greenpeace ed uno del Gay Center di Roma. Dalla tradizione all’intrattenimento nella corsa all’autoannullamento. “Una vera e propria opera di sostituzione” – commentano dall’Associazione Fiera di Piazza Navona – “Così muore tutto. 60 e più famiglie di commercianti sono rimaste a casa con la merce invenduta” e tutto questo per un cavillo burocratico, tra bandi di concorso problematici e i fattacci di Mafia Capitale.  È ‘na caciara, verrebbe da dire, in una Roma che è stata spompata, resa frigida, figlia di un’epoca disgraziata

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Emanuele Ricucci
Emanuele Ricucci, classe ’87. È un giovanotto di quest’epoca disgraziata che scrive di cultura per Il Giornale ed è autore di satira. Già caporedattore de "IlGiornaleOFF", inserto culturale del sabato del quotidiano di Alessandro Sallusti e nello staff dei collaboratori “tecnici” di Marcello Veneziani. Scrive inoltre per Libero e il Candido. Proviene dalle lande delle Scienze Politiche. Nel tentativo maldestro di ragionare sopra le cose, scrive di cultura, di filosofia e di giovani e politica. Autore del “Diario del Ritorno” (2014, prefazione di Marcello Veneziani), “Il coraggio di essere ultraitaliani” (2016, edito da IlGiornale, scritto con A.Rapisarda e N.Bovalino), “La Satira è una cosa seria” (2017, edito da IlGiornale) e Torniamo Uomini (2017, edito da IlGiornale)

4 Commenti

  1. Non era tutto dei Tredicine, informatevi anche voi lettori prima di dire cose non vere, 115 operatori di cui almeno 80 di artigiani e commercianti che non c’entrano nulla con la famiglia in questione. Hanno fatto di tutta un erba un fascio lasciando a casa onest lavoratori. Fare pulizia è un conto, distruggere una tradizione è un altro. Meditate gente, meditate, il problema è che tocca essere capaci di meditare 😉

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