C’è modo e modo di ricordare. Certamente l’importante è farlo. Se i ‘grandi’ temporeggiano, affetti da narcolessia coscienziale e nazionale, ci sono i ‘minimi’ che si attrezzano per la continuità, per fortuna. E lo fanno in tutti i sensi. Cento anni, quelli che ricordano a tutti cosa è successo, quelli che acuiscono ancora il ricordo del sacrificio, vengono una volta sola e le parole, spesso, non bastano se non c’è riscoperta dei significati. Cento anni fa la Grande Guerra. Il superamento del provincialismo, la nascente coscienza di popolo. Cento anni fa da nazione unita l’Italia ha attaccato, ha difeso ed ha vinto, nel primo grande evento di patria, fondativo.
Cento anni dopo ci sono dei ‘minimi’ che, però, sono stati giganti. Da Padova a Genova, da Pistoia ad Andria, i militanti di ‘Casa Pound Italia’ hanno riqualificato, a proprie spese, i tanti monumenti celebrativi della Grande Guerra abbandonati al degrado in lungo ed in largo per il Paese. Un mazzo di rose o una corona davanti ai monumenti alla vittoria di 100 città italiane con su la scritta “Risorga l’Italia ricordando la vittoria. Italiani in trincea 15-18”. Così ‘Casa Pound Italia’ ha onorato i caduti della prima guerra e gli italiani che, in ogni tempo, hanno saputo sacrificare loro stessi per la difesa dell’identità nazionale e dei confini.
Un’iniziativa lodevole che è stata raccolta in un libro. “Italia: risorgi, combatti, vinci! Italiani in trincea” (AGA Editrice, pp.156, Euro 25,50) raccoglie le testimonianze di questo tributo esplicitatosi in tutta Italia in conferenze, azioni di ripulitura e valorizzazione dei monumenti ai caduti, tra scritti di Adriano Scianca, Andrea Lombardi, Pierluigi Romeo e fotografie.