Musei gratis contro le barbarie dell’Isis

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Credo fermamente che la cultura si debba pagare. Anzi sono convinto che essa possa produrre ricavi. E che per far questo debba essere il più possibile gestita da privati, anche nel caso di patrimonio pubblico. Detto questo, condivido però la proposta di Vittorio Sgarbi che ha chiesto al premier Matteo Renzi di rendere gratuito l’accesso ai musei di Stato affinché il maggior numero di persone possa accedervi, perché essi contengono la nostra storia, sono il giacimento della nostra identità, il fondamento della nostra civiltà.

Nel tempo in cui il terrorismo islamico uccide le persone e rade al suolo la memoria conservata in alcuni siti archeologici romani locati in partibus infidelium, questo provvedimento sarebbe un primo simbolico atto di resistenza. Le perdite economiche sarebbero minime, il bene generato immenso. Gli introiti di tutti i musei di Stato quotano appena 135 milioni di euro all’anno. E basterebbe scegliere alcuni luoghi simbolo di grande valore culturale: per esempio il museo archeologico di Reggio Calabria che per 200 mila visitatori produce solo 375mila euro di ricavi; la Galleria Nazionale di Roma per 150 mila visitatori 236 mila euro; la Pinacoteca di Brera a Milano per 270 mila visitatori 800mila euro di ricavi.

Con pochi spicci, si costruirebbe uno scudo culturale al dilagare delle barbarie.