Identità, medicina contro il pensiero uniformante

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AlainDeBenoistEd ecco la destra culturale che si interroga sulle ricadute etiche e civili dell’economia finanziaria e del cosiddetto “pensiero unico” ben oltre recriminazioni e complottismi.  La Fondazione Cantiere-Italia, presieduta dal Senatore Fabrizio Di Stefano, ha organizzato la settimana scorsa a Palazzo Ferrajoli (Roma), un confronto intellettuale sul tema: “Pensiero identitario contro pensiero unico.
Sul tavolo dei relatori “La Destra Nuova”, “La post-Destra” e “La Nuova Destra”, vale a dire il giornalista e saggista Marcello Veneziani, il giornalista e direttore di IntelligoNews Fabio Torriero e lo scrittore e filosofo francese Alain De Benoist, fondatore del movimento culturale denominato Nouvelle Droite.

L’appuntamento di Palazzo Ferraioli non può che essere interpretato nel fermento di incontri che dalla fine dell’estate scorsa sta animando la Capitale: su tutti ricordiamo l’appuntamento del 17 Ottobre al Teatro Adriano di Roma, mirato al radicamento in Italia dell’organizzazione di stampo francese “Manif pour Tous”, schierata nella difesa dei diritti naturali della famiglia. Come sostiene De Benoist: “il primato assoluto dell’economia finanziaria ha ormai ridotto la politica ad un’ alternanza ma non a un’ alternativa”; questa è la chiave di lettura di questo “fermento romano”: la società civile si è ormai dimenticata le sedi di partito e ha cominciato a raccogliersi nei palazzi a discutere di un decreto legge (vedi il ddl Cirinnà), di una mozione da approvare o da sfiduciare; una società civile che guarda in prima fila quali saranno i parlamentari che si faranno portavoce delle loro posizioni.
Il primato assoluto dell’economia finanziaria, il primato della tecnica che da strumento diventa modus vivendi, il nuovo codice bioetico, mirato a ridisegnare i contorni della natura umana e l’accoglienza incontrollata dei flussi migratori, sono solo alcuni dei processi che sono stati analizzati ieri e che, a detta del filosofo francese, stanno pian piano creando l’immagine antropologica del pensiero unico

Chi sono i responsabili di questo “potere uniformante”? De Benoist, in concerto con gli altri relatori, non vuole sentir parlare di complottismo. E’ piuttosto un processo delocalizzato di reazione a catena, fatto di minuscole decisioni che, nello sfondo di precisi finanziatori, tende a prendere questa direzione piuttosto che un’altra. Qual è la soluzione? Domanda il pubblico in sala. La soluzione, dice De Benoist, è la comprensione di tutto questo al fine di mettere in atto una resistenza collettiva ma soprattutto individuale. In che modo? “Pensate alla tecnica Judo”, continua: “il pugno migliore è quello che riesce a ritrasmettere la forza del pugno dell’avversario contro l’avversario stesso.”
Nelle battute finali del dibattito, l’intellettuale francese chiede il microfono al moderatore, il giornalista, vaticanista Americo Mascarucci, per precisare due punti sull’identità: “Ricordatevi che l’identità non è un processo individuale, ma dipende ed è formata unicamente dal mio rapporto con gli altri. Inoltre, identità non significa identico; l’identità è dinamica: -oggi ho 72 anni e la maggior parte delle cellule del mio corpo sono cambiate rispetto a quando avevo vent’anni-.”