Celentano contro Pisapia, il paradigma del fallimento della politica

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Pochi giorni fa Celentano si è scagliato contro Pisapia “colpevole” di non aver fermato l’abbattimento di 500 alberi nella “sua” via Gluck. A dire il vero, Celentano ha posto una serie di distinguo così da salvare il primo cittadino, tanto amato e sostenuto, e stigmatizzare coloro che lo consigliano erroneamente. Eppure, l’attacco non rappresenta solo un atto di accusa verso un provvedimento amministrativo, ma decreta il fallimento della politica cittadina così com’è concepita.

Pisapia ha rappresentato in questi cinque anni soltanto una parte della cultura milanese concentrandosi su centri sociali e poche altre realtà. Per il futuro la città deve avere qualcosa di diverso. Deve nascere un desiderio civico attorno a una personalità capace di rappresentare le esperienze culturali più diverse, qualcuno che lasci da parte inutili ideologismi e affronti con concretezza i problemi quotidiani.

Ricordo ancora quando Letizia Moratti si rifiutò di fare una battaglia per Milano per uscire dal patto di stabilità così da non incorrere in uno sgarbo istituzionale con il partito che allora governava e che l’aveva sostenuta. Una scelta che non condivisi. Per questo sono convinto che oggi serva qualcuno che superi le ideologie usando le differenze per conoscere le somiglianze, qualcuno al di fuori dei partiti tradizionali che riesca a difendere davvero gli interessi dei suoi cittadini.