“Da sempre i Labirinti mi affascinano. Insieme ai Giardini, sono tra le fantasie più antiche dell’umanità. Sognai per la prima volta di costruire un Labirinto circa venti anni fa, nel periodo in cui, a più riprese, ebbi ospite, nella mia casa di campagna vicino a Parma, un amico, oltreché collaboratore importantissimo della casa editrice che avevo fondato: lo scrittore argentino Jorge Luis Borges. Credo che guardandolo, e parlando con lui degli strani percorsi degli uomini, si sia formato il primo embrione del progetto che oggi presento. La passione per il bambù – questa pianta elegantissima, ma così poco utilizzata in Occidente, e specialmente in Italia – mi suggerì la materia prima ideale. Negli ultimi quattro anni ho piantato circa ventimila bambù di venti specie diverse, da quelle nane (il Pleioblastus Pomilius, che non supera i 30 centimetri) a quelle giganti (il Phillostachis Pubescens, che raggiunge i quindici metri). La superficie coperta è di sette ettari, e i percorsi si sviluppano per circa tre chilometri. Si tratta del più grande Labirinto al mondo, e anche della più vasta piantagione di bambù, almeno in Europa (in Asia non so).
Col passare del tempo quell’idea primitiva si è in gran parte trasformata. Forse è colpa dell’età, ma ormai penso al Labirinto di bambù soprattutto come a un lascito – a un modo di restituire, a un lembo di Pianura Padana che comprende Parma, il suo contado e le città vicine, una parte almeno del molto che mi ha dato. Accanto al Labirinto sorgeranno un Museo, una Biblioteca, un Archivio, e strutture turistiche che assicureranno, tanto all’Internazionale dei Colti e dei Curiosi quanto alla gente del luogo, specialmente ai giovani, accoglienza e occasioni di svago, di informazione e di ispirazione, nel segno della Civiltà, dello stile e del comfort. In effetti molte cose potranno accadere nel mio Labirinto, under the bamboo tree. Cose che non posso prevedere. Per esempio, un ragazzo potrà incontrare una ragazza o innamorarsi di un dipinto o di un libro… Apparterrà a una nuova generazione, bella e intelligente, che io non riuscirò a vedere. A volte ci fantastico su.
Il Museo accoglierà la collezione d’arte nata in questo ultimo mezzo secolo di collezione che oggi comprende oltre 500 opere (pitture, sculture e oggetti d’arte dal ’500 al ’900, tra cui opere di Bernini, Canova, Carracci, Ligabue, Savinio, eccetera… Il Museo presenterà anche esposizioni temporanee di artisti congeniali. La prima, intitolata “Arte e follia”, sarà curata da Vittorio Sgarbi e sarà dedicata ai pittori naif padani Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi. La Biblioteca sarà principalmente imperniata su tre protagonisti italiani dell’arte grafica e tipografica: Gian Battista Bodoni, Alberto Tallone… e infine moi, Franco Maria Ricci (credo di potere, senza presunzione, accostare il mio nome a quei Grandi, come ultimo testimone di una tradizione gloriosa). Chiuderanno il catalogo delle Biblioteca dodicimila volumi dedicati alla storia dell’arte o, meglio, delle arti: raccolta assortita che studiosi, ricercatori, laureandi, curiosi potranno esplorare liberamente.
Alla mia avventura editoriale, considerata in tutti i suoi aspetti, sarà dedicato l’Archivio, che riunirà e renderà fruibili, accuratamente ordinate e classificate, testimonianze di varia natura: le bozze, le prove di stampa, i progetti grafici, anche quelli poi abbandonati, la corrispondenza con i collaboratori della casa editrice (fra cui grandi scrittori come Calvino, Borges, Roland Barthes…) Altra iniziativa cui tengo molto: la Summer School of Art, che avrà lo scopo di far conoscere ai partecipanti, sia attraverso lezioni, sia organizzando visite guidate, le ricchezze d’arte e la memoria del territorio che comprende Parma e Mantova, Sabbioneta, Fidenza, Fontanellato, Busseto, Salsomaggiore… Sarà, in fondo, una prosecuzione in altra forma dell’attività iniziata con la rivista FMR che (almeno negli anni in cui l’ho curata io) ha fatto conoscere, in tutti i paesi in cui veniva pubblicata, molti tesori italiani poco noti e a volte addirittura inediti. Per quelli di buon gusto parmigiano nel labirinto che ospiterà due ristoranti: uno semplice ed economico, dove si potranno assaggiare le specialità del luogo, e un altro che ambirà a farsi ricordare, tanto per l’ambiente quanto per il servizio e la cucina, e due suites, pensate per accogliere ospiti d’onore. Al centro del labirinto, una piazza di duemila metri quadrati contornata sui tre lati da un grande porticato, ospiterà concerti, feste, esposizioni e riunioni di vario genere e, in forma saltuaria, mercatini di antiquariato o di bibliofilia; è inoltre presente anche una cappella a forma di piramide, dove un prete benedirà i matrimoni.
Link e riferimenti internet
– Sito: www.francomariaricci.com
– Per tenersi aggiornati sulle attività e sull’apertura del labirinto è possibile iscriversi a http://www.labirintodifrancomariaricci.it/
– Pagina facebook: Il Labirinto di Franco Maria Ricci (facebook.com/illabirintodifrancomariaricci)