Expo: la sottile differenza tra circo e teatro. Meglio l’Aida che le Cirque

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Cirque-Du-SoleilChiunque comprende subito la differenza tra circo e teatro. Anche agli albori della civiltà, le due cose non sono mai state insieme. Uno si svolgeva nelle arene, l’altro appunto a teatro. Uno riguardava il gioco, l’altro la parola. Il massimo esponente del secondo è forse Euripide (qualcuno dice Shakespeare), il più noto del primo è Barnum.

Ebbene, per Expo l’Italia ha deciso di presentarsi al mondo con il circo. Una scelta opinabile, avendo noi una buona scuola circense (vedi gli Orfei), ma non una tradizione millenaria come la Cina. In compenso avremmo potuto manifestarci a ragion veduta con l’opera lirica, di cui siamo inventori e depositari. Invece no. Abbiamo affidato per 4 mesi lo spettacolo serale al Cirque du soleil che si manifesterà “nella suggestiva cornice” (se fossimo il produttore diffideremmo l’ufficio stampa dall’uso di frasi così banali) dell’Open Air Theatre, che è un modo più chic per dire il teatro all’aperto. Titolo dello spettacolo: Allavita. Come spiega la regista Krista Mondos – udite udite – “è  un invito a nutrire le nostre vite con piacere, sapore e passione… Sarà un viaggio emotivo capace di nutrire i nostri sensi, una tavola ideale a cui tutti i cittadini del mondo sono invitati”. Perbacco! Ah dimenticavamo. Costo dell’operazione: 8 milioni di euro. Per chiamare un colosso mondiale dell’intrattenimento di fondazione canadese che vale 2 miliardi di euro.

Mi domando perché uno straniero dovrebbe arrivare fin a Milano per vedere il circo? Non sarebbe stata meglio l’Aida? Con le fanfare, i perepepé, i cavalli, gli elefanti, è un kolossal della cultura e della musica italiana che tutti dovrebbero vedere nella sua forma più spettacolare e “suggestiva”. Pop quanto il Cirque. Ma eterno come Verdi.