Una rosa è una rosa è una rosa scrive la poetessa. E un filosofo è un filosofo è un filosofo. Basta l’evidenza. Basta il titolo per esaurire la faccenda. Anche se qualche dubbio viene, forse per pura malizia, assistendo all’intervento di Francesca Campana Comparini, invitata a Otto e Mezzo da Lilli Gruber con il titolo appunto di “filosofa”.
La ventisettenne moglie di Marco Carrai, uno dei primi amici del premier Matteo Renzi, si è risentita per una domanda della Gruber (“in famiglia parlate mai di politica?”). Ci teneva e ci tiene a essere considerata autonomamente. Come “filosofa, giornalista, scrittrice”. L’ aveva puntualizzato in un’intervista a Repubblica l’anno scorso.
Quindi innanzitutto filosofa. Allieva di Sergio Givone a Firenze, autrice di un libro uno, Prendi e leggi. Il pensiero dell’Occidente tra ragione e follia (con prefazione di Giacomo Marramao, Castelvecchi 2014), la precocissima Campana Comparini è tra gli organizzatori del Festival delle religioni di Firenze, e fa anche la curatrice d’arte. L’anno scorso si è occupata di una mostra che metteva a confronto in maniera abbastanza inedita, e secondo alcuni spericolata, Michelangelo e Pollock. Ma in mezzo a queste sorprendenti, varie, e precocissime attività a quanto pare il punto fermo è la filosofia.
E la Campana Comparini tende a rimarcare dalla Gruber, anche con stizza, che lei stessa filosofa con la politica non ha nulla a che fare. Provocando nello spettatore malfidato (o anche soltanto critico) la sensazione che invece sia proprio la politica la questione determinante. Fino a considerare che se una volta il potere era in grado di offrire una carica e una funzione, al tempo del renzismo trionfante può regalare una qualifica che sconfina nel sapienziale: filosofo.
E infine, ogni tanto a qualcuno viene ancora il dubbio se Umberto Eco sia più un semiologo o un vero e proprio filosofo. Altri sindacano sul fatto che Tullio De Mauro sia più filosofo o storico della filosofa del linguaggio. Per quanto riguarda la Campana Comparini la faccenda è chiara. Più della Arendt, più della Zambrano, più della Cavarero, una filosofa è una filosofa è una filosofa.
dovete vedere come filosofeggio io, dopo un brick di Tavernello, che la campana comparini a confronto è una dilettante.. a proposito.. anche io, a leggere certi libri, ne ho due .. di nomi.. il che fa di me un accademico
La FCC è una capra arrivista. Però “Arendt”, sig. Giurato.
Mi scuso per il refuso e correggo. Grazie della segnalazione.
Angelo Crespi cha abbiamo citazionisti pseudofilosofi me ne ero accorto fin dall’università… lei me lo conferma….
Cacciamo Renzi che è un comico… adoperiamoci seriamente a mettere fine a questo osceno teatrino, disdoro delle istituzioni.
… oggi voglio essere filosofo perché mi gira così…..domani quasi quasi voglio diventare scienziato…. mmmhhh vedrò …tanto il mio amicuccio mi permette questo ed altro…
credo che per fermare queste sconcezze ,ormai le parole non bastano più , bisogna passare all’azione , questi fanno i loro porci comodi sapendo di non dover dare conto a nessuno.
La questione fa sorridere. Per definirsi filosofo non basta prenderla con filosofia. E’ una cosa complessa. Molti dei nostri più insigni filosofi contemporanei non lo sono per davvero, spesso (più modestamente) insegnano filosofia, o traducono il pensiero di altri veri filosofi.
Se poi nelle arti e nel settore della creatività si può essere precoci, anzi la giovinezza è un dato tipico di poeti-scrittori-pittori, nella filosofia esser precoci è quasi un difetto, poiché è difficile sistematizzare un pensiero, non possedendolo ancora.
La cosa invece su cui ragionare è che la politica può ben dare laticlavi o posizioni importanti anche a giovani, giovanissimi. Un ministro giovane, al di là delle proprie capacità, gode del prestigio della funzione, diventa autorevole per la funzione che esplica. Reputo invece molto difficile che si possa, attraverso il riflesso della politica, diventare filosofi o artisti. La cosa è successa in evi passati, è esistito il pittore di corte, o il filosofo consigliori del principe, ma in modi e dimensioni che oggi è complesso replicare.
Comments are closed.