La versione di Amanda

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Amanda Knox

Puo’ una recensione teatrale delineare il profilo psicologico di chi l’ha scritta? Quando possiamo parlare di  bocciatura premeditata? E’ opportuno cimentarsi in indagini preliminari e possedere mansioni specifiche di laboratorio per attestare l’onestà di chi stronca un attore o ne osanna un altro? Si possono fare comparazioni balistiche tra repliche e debutti?

Tutto questo per introdurre lo scoop del giorno: ho scoperto una nuova firma nel vasto panorama dei critici e delle penne teatrali online e cartacee. Non so se indovinerete il suo nome facilmente perché oggi di teatro scrivono un po’ tutti. Ma in questo caso sto parlando di una collega che scrive senza sviste, lapsus ed errori grossolani e che per mia fortuna lo fa dall’altra parte del mondo, per la precisione nella lontana West Seattle. Così la temuta concorrenza è eliminata in partenza. Ci siete arrivati? Non ancora? Coraggio, vi sollecito a rispondere in fretta. Sto parlando di Amanda Knox. Sappiamo che oggi conduce una vita normale, è di nuovo innamorata, è una collaboratrice freelance del West Seattle Herald e ha frequentato una scuola di scrittura creativa a Washington. Non dimentichiamo che è anche l’autrice del best-seller Waiting to be heard, il memoir che ha visto le stampe nel 2013.

Per me e’ stata una sorpresa, non sapevo che si occupasse di teatro. Così ho voluto leggere subito le sue recensioni. Non per niente sono una persona incredibilmente curiosa. Andate anche voi a questo indirizzo http://www.westseattleherald. com.  e nello spazio “search” digitate il nome e il cognome della fanciulla americana. Confesso di aver letto i testi di Amanda con una cura particolare, come se fossi alla ricerca di un indizio, di una traccia di dna, di reperti  biologici. Ho iniziato controllando alcune prove organiche su un avverbio, su un sostantivo, poi ho notato un accento forse spostato dalla scena grammaticale originale. Ho controllato la data del decesso di un’interrogativa, campioni di virgole e di punti esclamativi.

Devo dire che ho visto subito il buongiorno, già dalle prime righe. Amanda descrive con precisione scenografie e ambienti, si sofferma sui particolari, analizza con cura i testi, parla degli attori e dei personaggi con competenza, virgoletta dichiarazioni di interpreti e autori, non ritratta mai i giudizi, riesce a essere sottile e anche onesta ( “….puo’ capitare di addormentarsi…” sembra voler dire nella recensione dello spettacolo Chinglish del Tony Award David Henry Hwang. E’ la storia di un uomo d’affari in Cina, “un lavoro complicato da mettere in scena” sostiene Amanda, perchè il pubblico a volte non capisce i termini inglesi mescolati a quelli cinesi, un mondo dove yes significa no e viceversa “a world where yes means no, no means yes” per cui la frase “if you’re going to slip and fall, as we all inevitably do sometimes…….” puo’ essere liberamente interpretata ), ma non so cosa scriverebbe di uno spettacolo annullato all’ultimo minuto senza rinvio.

Adesso poi che è stata giudicata “not guilty” e che ha avuto una condannata solo per calunnia, sono sicura che le sue recensioni saranno giudicate ancora più autentiche e credibili: nessuno dubiterebbe della sua presenza alla replica di una commedia o di un monologo all’Arts West Theater, anche quando invece se ne sta pigramente sul divano di casa col fidanzato come, ahime, fanno molti nel nostro paese, che scrivono di teatro senza vedere gli spettacoli. E senza avere un fidanzato o fidanzata.

C’e solo un problema: se fossi uno spettatore congolese, a Seattle per lavoro o per turismo, non vorrei avere un posto in platea vicino alla Knox.

3 Commenti

  1. “if you’re going to slip and fall, as we all inevitably do sometimes…….”
    Questa frase, tradotta in italiano significa, “Se dovessi scivolare e cadere, come capita inevitabilmente a tutti….” e non centra nulla il dormire (che si scrive “sleep” e non “slip”).
    Dio Santissimo. Mi vergogno per Lei cara signora.

  2. Sarò un pò ritardato, ma sinceramente non ho capito che cose vuol dire l’articolo della Signora Gurrado sulla Signorina Knox :capisco però ,ora che è stata assolta così chiaramente, che tutti i giornalisti si vogliano aprofittare del momento di celebrità, ma dovrebbero farlo con qualche argomento originale e non giusto per scrivere un articolo che non sà di nulla.

  3. Forse mi sono perso qualche puntata precedente, ma cosa vuole dimostrare Clizia Gurrado. Personalmente ritengo che la critica teatrale e cinematografico spesso non coincide con le reazioni del pubblico. Non si va al cinema solo per la recitazione ma anche per la scenografia, la fotografia, I trucchi cinematografici etc, etc. Non so che tipo di critico sia Amanda, ma certamente i suoi articoli non mi interessano co’si’ come non mi interessano le recensioni di qualsiasi critico. Vado al Cinema e Teatro a prescindere.

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