La scatola magica del Nuju

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copertina Urban BoxDenunciare l’errore è la prima forma di verità e in una società cinica e confusa che disorienta, i Nuju, con Urban Box, il loro ultimo album (Mk Records/Audioglobe), consegnano a chi li ascolta, la bussola della propria libertà, grazie al suono e all’azione quotidiana di impertinenze pertinenti perché volte alla comprensione e alla decostruzione di un mondo moderno che sovente fa oggettivamente orrore. La band è reduce da tre dischi in tre anni e un tour internazionale.
Adesso una nuova entità interiore e urbana volta a recuperare una “naturale dimensione collettiva”.

“Per noi Urban Box è come un secondo disco, perché i tre precedenti, in un certo senso, rappresentavano un unico album, una trilogia dove si parlava della società contemporanea e quindi precarietà, frenesia e indignazione come un quadro della realtà, correlato da 250 concerti. A settembre dell’anno scorso ci siamo fermati e abbiamo cominciato a lavorare al disco con uno spirito diverso, più sereno”. Questo il sentire di Marco Ambrosi chitarrista dei Nuju che, insieme a Fabrizio Cariati (voce, synth), Giuseppe Licciardi (basso), Roberto Simina (percussioni, armonica, synth) e Stefano Stalteri (batteria), rappresenta le sostanze di una capsula detonante poetica che sorvola il cielo delle città.

Così Urban Box, invenzione e suggestione: undici nuovi brani in cui risaltano batteria, synth, basso e chitarra che riescono ad aprire porte chiuse e celebrare il canto di giacimenti di memoria, diventando un romanzo narrato in musica, rievocando la proteiforme inventiva onirica di Italo Calvino, specie rispetto gli spazi urbani. “Cerchiamo sempre uno sguardo sognante e immaginifico che riesca a donarci la speranza, oggi sempre più messa da parte”. Rinnovo generale del gruppo, oltre il suono, l’album è stato registrato al Bunker Studio di Rubiera (RE) con il nuovo produttore artistico Andrea Rovacchi e l’assistenza di Gabriele Riccioni.

“Nel tempo anche il nostro sound è cambiato, meno folk e più rock. Un suono “urbano” con sfumature pop ma sempre mantenendo i testi comico-drammatici che ci caratterizzano”. Tanti riconoscimenti per i Nuju ma anche un esemplare impegno nel sociale. Basti pensare al progetto “Musica contro le mafie” che li ha visti parte attiva e che impreziosisce ulteriormente una passione che come evoca la copertina di Urban Box, è arte all’interno di una cornice che è la popolar music, genere palpitante, lontano dalla mediocrità e carico di buoni propositi: “la realtà continua a “rubarci le parole” e non possiamo più usare termini meravigliosi come “speranza”, invece noi la cerchiamo, con sentimenti positivi. Occorre gentilezza da trasmettere, anche nel suono, mantenendo una qualità musicale di spessore all’interno di un linguaggio meno alternativo e più consono alla società”. I Nuju con Urban Box regalano una brezza di sana tranquillità nella vita di tutti i giorni, utile per opporsi al disciplinamento delle anime e andare incontro all’amore, contro ogni individualismo e alienazione con una surreale ma nello stesso tempo icastica spinta interiore che aiuta a non arrendersi alla “miopia del mondo” e a ribellarsi al presente per ritrovarsi e non perdersi più, “abbandonando le abitudini che aumentano le distanze” e, sempre con la dolcezza spontanea calviniana, a “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, dargli spazio”.

Foto Alessio Pizzicannella