Ma perché lo Stato se ne frega dei classici?

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681_PetrarcaSe la decadenza è il periodo romantico delle epoche classiche, come rideva amaro Prezzolini, dovremmo essere inguaribili romantici. Invece latitano la passione per gli antichi e quella per i classici. Siamo deboli sul versante della conservazione della nostra civiltà. Parliamo un po’ di libri. Da noi non c’è traccia di grandeur francese. Se poi diamo un’occhiata al catalogo della Oxford University Press c’è da arrossire: il Regno Unito non bada a spese per ricordare le sue glorie letterarie.

Siamo disorganici: l’espressione “Opera omnia” al sud delle Alpi è stata dimenticata. Partiamo dai fondamenti. Se al Boccaccio è andata bene – Vittore Branca aveva curato le Opere Complete per i Classici Mondadori – con il Petrarca siamo messi male. Trovi il De viris illustribus nei Millenni Einaudi, il Canzoniere presso diversi editori, ma chi sogna l’edizione completa del Petrarca nella libreria di casa si rassegni: non ce ne sono in commercio. Per carità di patria è stato salvato Dante, lo Stato provvede a un’edizione nazionale in collaborazione con la Salerno Editrice di Roma. Ma si tratta di un’eccezione, non della regola.

Non mancano gli editori che stampano libri elitari consapevoli di venderne poche copie. Per non perderci, ci limitiamo ai grandi. Rizzoli con la collana Il pensiero occidentale, inventata da Giovanni Reale per Bompiani; Mondadori con i Meridiani, ma soprattutto con la Fondazione Valla, dedicata ai greci e latini, i Millenni e la Biblioteca della Pleiade di Einaudi. Si registrano poi vere e proprie iniziative di mecenatismo culturale promosse da medi editori, ma anche piccoli, spesso gravati da difficoltà economiche e di distribuzione. Gli editori italiani sono bravi, ma non possono farcela da soli.

Quindi ecco un suggerimento, anzi due. Lo Stato è sul mercato con la Treccani, che per i 150 anni dell’Unità d’Italia ha pubblicato alcuni capolavori ne “I grandi classici della letteratura italiana”, per esempio il Principe di Machiavelli e la Commedia. Perché non fare il salto di qualità e passare alle Opere complete? Si potrebbe poi mettere mano a un progetto di finanziamento pubblico a chi stampa i classici. Una politica culturale orientata al Bene Comune, alla trasmissione del patrimonio condiviso. Che la parola Opera Omnia smetta di intimorire insomma. Piaccia o meno, è l’élite a non poter fare a meno di comprare libri importanti e magari anche di leggerli. Facciamo in modo che abbia pane per i suoi denti.

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Recensisce libri dai tempi dell'Università. Ha scritto su Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, Il Giornale. Ora collabora con Il Foglio e Libero. Ha curato Il catechismo buddhista e scritto Eva e la rosa. Ha pubblicato un saggio in Martin Heidegger. La verità sui quaderni neri di F.W. von Herrmann e F. Alfieri, in corso di traduzione nelle maggiori lingue del mondo. Segni particolari: eremita e animalista, vive in collina tra libri, cani e gatti.

4 Commenti

  1. È forse troppo semplicistico rispondere alla domanda del titolo dell’articolo. Lo stato è ormai nelle mani di troppi zerbini del culturame rosso che mal sopporta la libertà di pensiero. Le masse di pecore rosse hanno le circonvoluzioni cerebrali appiattite da marxismo, leninismo, comunismo, sinistrismo, progressismo, buonismo, sociologismo, multiculturalismo, ecc ecc. Non hanno posto per la vera cultura.

  2. L’ italico medio non è né decadente né romantico, è semplicemente disincantato, incredulo, non credente. Ciò,ovviamente, non dipende dal singolo,dietro v’è una lunga storia. La cultura è stata per tanto tempo considerata retaggio di classi sociali elevate, in più, è divenuta uno strumento di dominio sul pueblo( cfr.il latinorum di don Abbondio!). Mettiamoci pure il ruolo nefasto e castrante della scuola, diventata votificio o terrore da esame. La cultura è tale solo se è amata,se intesa come crescita dell’esperienza umana,,della coscienza,della civiltà,della storia.Cultura è consapevolezza dell’immensa eredità del Passato che non passa. Ma la cultura, oggi,potrebbe passare, sostituita alla grande dal PASTORE UNIVERSALE DEL GLOBAL GREGGE. Nome del pastore : SAM-SUNG! Ma c’è una speranza : servirsi di SAMSUNG per coltivarsi. Chi ama la cultura,oggi trova TUTTO su INTERNET. In questo senso,dall’Illuminismo a WIKIPEDIA, le possibilità culturali sono infinite. L’ ignorante di oggi è semplicemente colpevole e responsabile del suo animalesco sottosviluppo !

  3. Il declino qui delineato è – purtroppo – soltanto una parte del declino complessivo dello nostro status nazionale, storpiato nella lingua grazie ai progressivi anglicismi, martoriato nella musica dissonante contemporanea, meticciato nella congerie di cibi ed ingredienti alieni. Per non parlare del buonismo di facciata che arricchisce pochi e inguaia molti. Non si cercano né si creano punti fermi, pietre miliari su cui ri-costruire identità – personali o collettive. Il caso di Padre Dante esiliato in tutta fretta dalle aule scolatiche, ce lo siamo poi ritrovato rimasticato e sputato fuori in versione ‘benignizzata’ con lazzi e frizzi al seguito.
    Non sappiamo nemmeno sfruttare quello che già esiste. Ritengo che digitalizzare costi molto meno di ristampare. Non abbiamo mecenati in proposito, lo so, Ma che dire dell’esempio statunitense di INTERNET ARCHIVE, che oggi censisce oltre 7.500.000 e-books ? E’ vero, mescolata nella massa c’è anche tanta fuffa, ovvero materiale di interesse solo locale (normative di singoli stati USA, ecc), ma almeno il 40% del materiale in più lingue è di buona caratura e meriterebbe un censimento anche da parte nostra, visto che si tratta di testi e saggi in italiano su vari argomenti. Il bibliomane può trovare con profitto testi dal ‘600 agli anni ’30 del ‘900. Certo, il profumo della carta e il dolce peso sono andati, ma il testo è pur sempre quello.
    In altri termini : per rovesciare lo stato delle cose non c’è solo l’editoria classica. Molto si potrebbe fare con costi accettabili – ahimé – a perdere, nell’immediato, ma con ritorni unpredictable.

  4. La cosa è molto semlice, i Classici, portano tanti problemi ideologici, C`È POCO DA GUADAGNARE E NON POSSONO CORROMPERE CON LE LORO FALSITÀ !!! Se tutta la storia che è stata accomulata dai secoli passati, sta andanto allo sfascello,”’DOBBIAMO VERGOGNARCI NOI STESSI, PER ASSECONDARE GENTE AL GOVERNO , CHE HA UN SOLO SCOPO, RUBARE IL PIÙ POSSIBILE PER ESSERE PIÙ POTENTI”””. UN CAPO DI STATO E I SUOI SCAGNOZZI, GUADAGNANO STIPENDI, DA CAPOGIRO, PAGATI DAL DANARO PUBBLICO. QUEL DANARO CHE DOVREBBE ESSERE SPESO ANCHE PER I RESTAURI DELLE OPERE PUBBLICHE, ( NON PER INGRASSARE LE MAFIE, LE COPERATIVE ROSSE, O LA GENTE CHE HANNO CORROTTO PER TENERSI STRETTA LA POLTRONA DORATA IN PARLAMENTO O NELLE ALTRE CARICHE SALARIATE DALLO STATO ITALIANO. “””Questi sono i veri DELINQUENTI”””!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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