L’antistrenna: Morgan? Salutam’a sòreta

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Marco Castoldi, Il libro di Morgan, Einaudi, 2014

“Anche io!”. Disse così, molti anni fa, la ragazza. Eravamo in Liguria, a Lerici. Aveva appena letto una poesia, malmenata di stupidaggini, in cui raccontavo la morte di mio padre. “Si è ucciso davvero così?”, disse lei, dalla pelle di giada, di gelida bellezza. Dissi di no. Lei mi spiegò, con dolci particolari, la morte di suo padre. Non sapevo chi fosse Morgan, non ascoltavo i Bluvertigo, ma ho conosciuto Roberta Castoldi, la sorella di Marco, in arte Morgan. Poco più grande di lui, che tra poco (il 23 dicembre) compirà 42 anni, Roberta è l’altra faccia di Morgan. Lucida, angelica, feroce. Mi stupì, allora, la sua spavalda accuratezza nel parlare di morte, di morti. Qualsiasi cosa scriva Morgan – vedi Il libro di Morgan (Einaudi, pp. 232, 17,50 euro) – è una pagliacciata. Perché – lo riconosce anche lui – il personaggio pubblico ha divorato l’intimità dell’uomo libero, e o vivi o sei un genio, la scrittura ti vampirizza, in cambio di una frase perfetta e vana vuole tutto te stesso, bastarda.

 

Castoldi Roberta
Roberta Castoldi, Il bianco e la conversazione, Marietti, 2007


Morgan non è Lautréamont, non è Baudelaire, per cui del suo cuore messo a nudo non ci può importare di meno. O meglio, importerà allo stuolo dei suoi fan, dei seguaci via Facebook – e il red carpet dei fan è la prima cosa che un vero scrittore si premura di sterminare. Per scrivere un buon libro Morgan dovrebbe ritirarsi da tutto e da tutti per almeno un lustro – reclinare nella solitudine. Adesso, è un simpatico divetto da tivù, beato lui, utile, semmai, come piede di porco per cacciar fuori dal palco la new wave del cantautorato nostrano, i Dente, i Vasco Brondi, i Brunori Sas che se la cantano e se la suonano e se la menano neanche fossero Marco Castoldi in arte Morgan.

Se volete leggere qualcosa di buono, invece, dovete citofonare al Castoldi meno famoso, a Roberta. Pudica, autentica e spietata ha pubblicato Il bianco e la conversazione (Marietti, pp. 60, 8 euro). Versi rarefatti e di quarzo, dove si indaga “la barbarie del bianco”, in cui, dal baratro, Roberta si dice così, “se non sono profonda allora sono un salto”. Non ha pubblicato altro, Roberta. Ha in odio la fama.

2 Commenti

  1. La pubblicità è chiara:
    “Per approfondire la conoscenza della vostra ignoranza … comprare questo masterpiece … avrete così qualcosa da insegnare ai vostri figli al loro ritorno da qualche rave-party!”

  2. sono spiacente, essendo io un commerciante di carta igienica,non lo posso proprio comprare,ne ho tantissima nello sgabuzino

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