Sonia Benevelli, arte che cura

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Ognuno di noi ha dentro delle risorse espressive, che possono essere di natura artistica, musicale, teatrale, che vanno semplicemente stimolate. Soprattutto nel momento del bisogno. Forse in pochi ricordano che il primordiale mezzo di comunicazione utilizzato dall’uomo, è stato il disegno. E non la parola. Il disegno era ed è rimasto, come la musica, un mezzo di espressione universale, e non convenzionale, come le lingue parlate e scritte. Attraverso un disegno fatto su un foglio, su una tela e così via, chiunque può raccontare senza filtri, un sogno, un’idea, un pensiero o un’emozione. Ci si può liberare da un qualcosa che sta dentro, e che l’uso elementare della parola non può sempre rappresentare. L’Arteterapia svolge questa funzione. Con la musica si può facilitare l’espressione dei sentimenti e con la danzaterapia il corpo è libero di esprimersi con il proprio linguaggio, al di là delle convenzioni. Attraverso il teatro si ha la possibilità di impersonare ruoli nuovi e mettersi nei panni degli altri. Gli artisti hanno innata questa potenzialità aggiuntiva.

Sonia Benevelli, Aratura, 2008

Proprio in questa direzione va la ricerca artistica di Sonia Benevelli, docente, artista e arteterapeuta, attraverso un percorso che va dritto verso il centro del “cuore”. Ciò che colpisce delle sue opere, è quel rigore astratto, ottenuto da un insieme di codici figurativi, che si materializzano nella forma prima ancora che nel colore, attraverso un gesto pittorico fatto di linee multiformi orizzontali e verticali, che danno origine alle sue composizioni. «Prediligo l’uso di colori iridescenti, l’oro, il rame-ci ha confidato l’artista», ma osservando le sue tele o i suoi tondi, un chiaro rimando rinascimentale del supporto, balzano all’occhio e al “cuore”, le tonalità celesti, bianche e violacee. Che lasciano spazio all’osservatore di affondare lo sguardo oltre la tela, oltre lo spazio fisico dell’opera, quindi oltre ciò che è concreto. Questa ripetitività gestuale è soltanto apparente, perché Sonia Benevelli non sceglie formule di convenienza, ma insegue il piacere e la necessità di dipingere per esprimersi. Essendo un’artista indipendente, dipinge per amare le cose, gli oggetti, le forme, che riesce a reprimere con il tumulto di colori e segni, nel quale si percepisce la sagoma di un’immagine: fiori, alberi, colline, che si animano col mutare delle stagioni e delle del giorno quindi della luce.

Acqua - 2008
Sonia Benevelli, Acqua, 2008

Ne escono paesaggi animati, spazi animati, strutture animate, segni animati, dunque un’astrazione senza memoria e senza tempo. Vere e proprie emozioni liriche, turbate da un compiacimento formale nella libertà del segno, che persegue una ricerca di essenza, stabilendo tensioni tra la superficie e le linee, con esiti rarefatti e a tratti misteriosi. Dove la forma prende origine dal colore. Le opere di questa artista hanno una valenza terapeutica, prima ancora che decorativa. Hanno il pregio di tradurre il nostro sguardo, quindi le nostre idee, in pensieri positivi, ovvero in emozioni. Cosa che può fare anche una buona lettura. Ma l’arte è più immediata. Nelle opere qui rappresentate, prevale una visione poetica delle cose. E’ come se l’artista avesse stabilito di associare a ogni quadro una poesia. Così i colori e i pennelli sono gli strumenti magici, con la quale l’artista riesce a far nascere un mondo di perfezione, di bellezza assoluta, e di sentimenti nascosti. In questi paesaggi salta il canone di bellezza stereotipata, e l’artista cede il passo a una bellezza che non è più il risultato di una semplice perfezione di lineamenti, ma il riflesso di più profonde e intime emozioni. Per questo tutte le opere si caratterizzano per l’assenza della presenza umana, ma non per questo sono prive di umanità. Anzi si percepisce il vissuto proprio in virtù di una lontananza dell’uomo dallo spazio virtuale della tela.