Sondaggio choc: cultura al 5,8%

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Un ipotetico Partito della Cultura vale in Forza Italia il 19,2%. Questa, la percentuale di elettori che lo voterebbe “sicuramente”, secondo lo studio che Euromedia Research ha realizzato per conto de ilgiornaleoff.it. Il 53,5% sarebbe “indeciso” se votarlo o no.
Dato strabiliante che nel contesto di Fratelli d’Italia sale addirittura al 22,5% e al 54,5%.

In media, in Italia un 5,8% di elettori alla domanda “se oggi in Italia nascesse un Partito della cultura di Centrodestra” ha risposto positivamente; il 45,7% sarebbe indeciso se votarlo, ma lo prenderebbe in considerazione dopo averne valutato i programmi e conosciuti gli esponenti.

Più in generale, gli italiani pensano che il Partito della Cultura di centrodestra
-“rappresenterebbe un’opportunità per portare in primo piano la cultura in Italia” (21,4%);
-“rappresenterebbe una novità e potrebbe conquistare spazio all’interno dello scenario politico” (14%).

Tutto questo a fronte dell’idea che secondo gli italiani la cultura:
– “non viene sfruttata come dovrebbe visto il patrimonio di cui disponiamo: mentre potrebbe dare lavoro, aumentare il PIL, portare ricchezza…” (32,7%);
– “non viene considerata e valorizzata, anzi è ignorata dalla politica” (23,1);
– “è gestita da incompetenti” (17,3%).

«Si tratta di dati mai pubblicati – commenta Edoardo Sylos Labini, responsabile del dipartimento Cultura di Forza Italia – che in parte non mi aspettavo. Mi attendevo un largo consenso popolare alla cultura, non un’intenzione di voto così rilevante. C’è grande interesse intorno a questo settore e occuparsene davvero è una novità anche per il centrodestra. Per decenni è stata la sinistra a occupare la cultura, distribuendo incarichi e poltrone in cambio di militanza. Il nuovo movimento dovrebbe invertire tale tendenza».

«Questo significa – continua Sylos Labini – che gli italiani riconoscono il paradossale spreco del nostro Paese. Il settore cultura vale 81 miliardi di Pil, impiega 2 milioni di persone e coinvolge 460mila aziende. E noi non la promuoviamo: una vera follia, come se alle Maldive non promuovessero il mare. Credo inoltre che anche molti a sinistra ammetterebbero che la loro parte politica ha parlato tanto, ma fatto poco in termini di strategie per promuovere la cultura. E che voterebbero un movimento impegnato in questo campo. E se dovessi immaginare un programma del Partito della cultura proporrei libertà dal monopolio della sinistra e dalla burocrazia, superamento di un Novecento fatto di steccati e divisioni, di troppi “-anti”, dall’anti-fascismo all’anti-berlusconismo. La cultura è di tutti e vogliamo fare qualcosa per l’interno mondo culturale. Perciò abbiamo messo insieme un think tank di intellettuali, imprenditori, operatori del settore che lavorano ai contenuti e non di politicanti che pensano solo alle poltrone».

2 Commenti

  1. Guardate, l’idea è buona, ma tenete sempre presente che in Italia si cerca di curare il cancro sostituendo il tessuto malato con altro tessuto canceroso. L’Abilitazione Scientifica Nazionale ha già mostrato quali vie oscure segua in Italia il criterio di selezione degli uomini che si occupano di cultura e ricerca, e non è difficile immaginare che anche questo pur suggestivo partito della cultura nascerebbe con la medesima malattia genetica. Ogni volta che nel mondo della cultura si cerca di riformare, gli incaricati di ideare e applicare la riforma sono quelli che si portano sul gobbone le colpe del passato: un po’ come incaricare i signori circondati di bravi manzoniani di promulgare le grida contro i bravi! Onestamente, mi sembra un’utopia, ma vi faccio ugualmente i migliori auguri.

  2. E di cosa ci si stupisce ? Il centrodestra non ha mai valorizzato o promosso politiche ” culturali “, e la famosa frase di Tremonti alla Morattiche dice che con la Divina Commedia non si mangia è un solo esempio. Che dire, meglio tardi che mai ?

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