Il Libraio, il digitale non è nemico dell’editoria

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La rivista online, punto d’incontro per lettori, autori, addetti ai lavori

illibraio-557x262-cannasSi chiama Prima Bozza la versione beta de Il Libraio, un progetto digitale lanciato il 10 novembre, nato da un’idea del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol e dall’esperienza dell’omonima rivista storica, disponibile da più di vent’anni nelle librerie italiane. Dalla carta alla rete, insomma: perché il digitale non è per forza un nemico dell’editoria.

Il Libraio versione 2.0 non è più solo un catalogo online, ma anche e soprattutto un punto d’incontro per i lettori, gli autori e gli addetti ai lavori. Come ha spiegato al giornaleOFF Antonio Prudenzano, giornalista e Web Content Manager del GeMS, Il Libraio online ha assorbito l’esperienza dei portali Cado in piedi e InfiniteStorie, ma la vera novità è la scelta coraggiosa di andare oltre il marketing e dare spazio a tutti libri, anche di altri editori.

Il punto di forza, già dalla Prima Bozza, è un’ampia area giornalistica indipendente, con un menù del giorno a base di notizie sempre aggiornate, interviste, gossip editoriale, inchieste, approfondimenti e rubriche che soddisfaranno sia il palato dei lettori forti, quanto le buone forchette. In una veste multimediale pulita e user friendly, gli autori blasonati stanno al fianco dei librai indipendenti, i premi letterari al fianco delle wishlist.

Dopo la versione beta, lanciata con un accattivante teaser pubblicitario, il sito sarà implementato e perfezionato entro il prossimo 20 dicembre, in una nuova versione che terrà conto anche dei commenti e dei suggerimenti dei lettori. Le premesse sono ottime: riuscirà Il Libraio digitale ad essere all’altezza delle aspettative? Per il momento, inseriamo la password e facciamo il login.

2 Commenti

    • Da poco tempo ho cominciato a seguire questa meravigliosa iniziativa culturale, promossa da Sylos Labini ed altri, e che è indispensabile per rilanciare, nel nostro paese, un mondo attualmente, praticamente poco, ed in alcuni casi per niente considerato. Siamo il paese più ricco di cultura, arte e storia del mondo, ma noi non riusciamo, o vogliamo, sfruttare questa ricchezza ereditata da secoli di storia e da personaggi che tutto il mondo ci invidia. Non abbiamo ricchezze minerarie estrattive, ma la cultura potrebbe essere altrettanto importante per la risoluzione dei nostri problemi. Purtroppo non viene che saltuariamente presa in considerazione, men che meno dal punto di vista politico. Noi italiani, io compreso, immersi in tante bellezze, quasi non le conosciamo. Un esempio : quando per lavoro giravo il mondo, una sera, ospite di due anziani coniugi statunitensi, in Colorado, sapendo che ero italiano, hanno cominciato, con entusiasmo, a chiedermi delle grandi opere, monumenti etc. italiane. Io, con grande vergogna, fui costretto ad ammettere che loro avevano conoscenze ed entusiasmo, per ciò che il nostro paese rappresentava per il mondo, molto maggiore di me, immerso, come ero in attività utilitaristiche, soltanto marginalmente, poco anche attraverso la scuola, in grado di apprezzare ciò che altri grandi connazionali avevano creato. Rivalutare, cambiando questo atteggiamento, molto diffuso anche nei giovani, che sognano i paesi esotici, significherebbe, a mio modo di vedere, ridare un senso all’orgoglio di essere italiani, oggi in caduta verticale. I politici che inserissero la cultura nel loro programma, per poi svilupparlo, farebbero non soltanto il bene dell’Italia, ma anche il loro interesse politico.

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