Breve analisi dei titoli del “Corriere della Sera” sul caso Salvini che va a Bologna per investire i manifestanti durante una scampagnata
Il brutto episodio accaduto questa mattina (sabato 8 novembre) a Bologna – un gruppo di giovani dei centri sociali ha assaltato la macchina del segretario della Lega, Mattia Salvini – induce a qualche breve riflessione. Non tanto per difendere Salvini che se la cava egregiamente. E neppure per stigmatizzare la brutta abitudine dei centri sociali di usare violenza e sguazzare nell’illegalità (occupazioni e simili…) godendo di totale impunità. Quanto per registrare la solita distorsione della realtà prodotta dal politicamente corretto o dall’ideologia più retriva di sapore vagamente comunista.
Prendiamo per esempio il Corriere della Sera (on line). Un giornale nato per rappresentare gli interessi liberali e che dagli anni Settanta si attesta su posizioni radicalchic di connivenza o di paterna compresione per tutti quei fenomeni vagamente “rivoluzionari” e “anti sistema”. Certo, sono passati i tempi quando si ometteva il nome di Indro Montanelli dal titolo dell’articolo in cui si dava la notizia del suo ferimento da parte delle Brigate Rosse. Sono passati i tempi, quando all’interno della redazione si assecondava l’omicidio di Walter Tobagi. Ma il coté è sempre quello.
La cronaca è affidata a titoli come: “Bologna, tensione Salvini-centro sociali. Assaltata l’auto. Contestatori Travolti”; oppure ancora più secco: “Bologna, la macchina di Salvini travolge i contestatori”, con un catenaccio ancora più straordinario: “L’autista del segretario della Lega ha accelerato facendo cadere due giovani che cercavano di fermare la vettura”. O ancora: “Salvini al campo nomadi. Assalita l’auto del leader leghista e lui se ne va”. Neppure Repubblica arriva a tanto, preferendo un più anodino: “Salvini assalito da antagonisti a campo nomadi. L’aggressione e la fuga”.
Insomma il Corriere che – notizia di ieri – è ancora il quotidiano più letto d’Italia, ci induce a una verità che il video contraddice mostrando l’auto di Salvini assediata, la manovra per sfuggire agli assalitori, gli assalitori che insistono saltando sul tetto dell’auto sprangandola fino a romperne il lunotto. Insomma il Corriere preferisce raccontare che Salvini quasi per sfizio fosse lì per tirar sotto dei simpatici manifestanti per la pace e poi, ben soddisfatto, se la sia data a gambe levate.
Che dire? La questione ideologica che sfocia prima nel politicamente corretto e poi nella distorsione quasi incoscia della realtà è uno dei mali di questa Italia che da cinquant’anni si racconta bugie. La storiografia, i media, la scuola sono i campi dove ancora permane la più stupida adesione al falso. Per questo i centri sociali sono visti con così grande comprensione, come dei luoghi di educazione e libertà, università del pensiero in movimento.