Porn Groove, il ritmo del porno

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Da Gola profonda, a Cicciolina, l’hard è intrecciato alla musica. Con Immanuel Casto il Porn Groove diventa (anche) satira. E nostalgia per le scene piccanti di sapore vintage. Guarda i video. 

PornGrooveGli anni ’70 rappresentano senza alcun dubbio la Golden Age del cinema Hardcore. E’ nel 1970 che Bill Osco girò Mona, il primo lungometraggio porno della storia. Due anni dopo fu la volta di Gerard Damiano e del suo cult movie Deep throat (Gola profonda), autentico fenomeno di costume, merito anche dell’audace presenza scenica di Linda Lovelace, che rese leggendaria una particolare tecnica di fellatio. Fu con l’affermazione di queste importanti pietre miliari del genere che le colonne sonore diventarono una componente fondamentale dei film imponendosi come Porn groove.

La storia della musica porno è lunga e sommersa ed è molto difficile isolare filoni o scuole “poetiche” di riferimento. In Italia abbiamo avuto piccole rivelazioni insospettabili con grandi musicisti e compositori come Piero Umiliani, Riz Ortolani, Nico Fidenco, e lo stesso Ennio Morricone (celebre la sua Cavallina a Cavallo cantata da una scatenatissima Ilona Staller, sintesi rappresentativa di un’epoca).

Attualmente sono numerosi i musicisti che si prestano al servizio dell’industria hardcore. È il caso di Micheal Penn (fratello del più mainstream Sean) Jonathan Davis dei Korn, Rob Zombie i Van Halen e persino il regista David Lynch, che all’inizio del 2000 finì a collaborare con la Troma, celebre casa di produzione di b-movie, componendo musica per i loro film oltre e beccarsi piccole comparsate nelle pellicole stesse.

Immanuel Casto. Il "casto divo" del porn groove.

C’è invece chi nel Porn groove ci è inciampato per caso, quando cercando il suo nome su un sito di file sharing trovò le sue canzoni etichettate sotto questa categoria, d’allora n’è diventato il principe indiscusso, trasformandolo in un genere.

All’anagrafe Manuel Ciuni, ma per i suoi adepti ha preso in prestito il nome del filosofo tedesco Kant e della celebre aria “Casta Diva” di Vincenzo Bellini, resa immortale da Maria Callas.
Immanuel Casto è uno di quegli artisti che non ti lasciano indifferente. La sua musica, una fusion di suoni a metà strada tra l’elettronica e la dance anni 90, diventa specchio di una società politicamente scorretta.
Un cantare di sesso ma non a caso “All’inizio quando ho composto i primi brani nel 2005, c’era un discorso ludico – racconta – era quasi una sfida parlare di sesso in maniera così decontestualizzata, poi, dopo aver scoperto che la mia musica veniva effettivamente percepita come Porn groove è diventato un progetto musicale vero e proprio orientato in questa direzione”.

Storie borderline dal retrogusto grottesco in un linguaggio nudo e crudo “Non mi considero un agente di denuncia, nonostante spesso si parli di questo, ma piuttosto un narratore di determinate situazioni. Odio l’ipocrisia, Mi piace che la gente ascoltando i miei brani possa pensare ‘finalmente questo l’ha detto’, magari riconoscendosi in determinate affermazioni che solitamente qualcuno ha paura di esternare – dice – Trovo certe situazioni così grottesche da volerle raccontare a modo mio, ma non voglio giudicare, la mia opinione resta implicita, principalmente mi interessa divertire chi mi ascolta”

Lui che il porno lo ha portato addirittura sulle tavole degli italiani con un gioco di carte, distribuito da Ravel, in cui i partecipanti vestono il ruolo di veri “papponi” alle prese con signorine della notte dalle ricercate prodezze. Squillo giunto oggi alla sua terza edizione, Marchettari sprovveduti, degna conclusione della Triologia del Piacere (Squillo, Bordello D’Oriente e Marchettari Sprovveduti).
“Il gioco è tutta farina del mio sacco. L’avevo inventato per me, all’inizio ambientandolo nel mondo pornografico. Poi un giorno, per scherzo, ne parlai con il mio manager, fu lui a dirmi che dovevamo produrlo assolutamente, si tratta comunque di satira sociale benché qualcuno abbia preso in passato la questione sul serio”.

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E già perché Immanuel per il suo candido sboccare è stato anche oggetto di un’interrogazione parlamentare con tanto di “paginone” di denuncia su un quotidiano di matrice cattolica. Non poteva esserci pubblicità migliore per accrescere la curiosità intorno al suo ampio progetto discografico che da lì è esploso.
A proposito del cinema porno si definisce un “fruitore, ma nulla di maniacale, sono un nostalgico del porno d’altri tempi – confessa – quello delle grandi produzioni, quando c’erano sceneggiature, location e musiche. All’epoca grazie al mercato delle vhs e poi dei dvd giravano più soldi. Ora invece con internet trovi gratuitamente qualsiasi cosa, la maggior parte delle volte molto scadente, dove avviene l’atto sul letto e basta. Si è persa tutta la poesia”.

Il suo sogno nel cassetto è dirigere un film hardcore tutto suo “Desidero scrivere e girare un porno. In verità ci ho già pensato ed ho diverse idee per la sceneggiatura e le musiche. Però c’è un problema di produzione seria, quello degli attori. Io vorrei un film erotico con una sceneggiatura e delle storie, se gli attori sono professionisti non fanno porno, di contro se sono preparati non sanno recitare, quindi verrebbe fuori una cosa super trash…”E perché no, magari il titolo potrebbe essere “Tropiacanal”, come uno dei suoi più celebrati successi…