Davide Sacco reinventa L’ultimo giorno di un condannato a morte tra luci , led e acidi refrain
di Francesco Sala
In una sera ventosa di fine estate, al Fontanone dell’acqua Paola del Gianicolo si rappresentava una originale e spericolata versione teatrale de L’ultimo giorno di un condannato a morte, romanzo pubblicato nel 1829 da Victor Hugo, adattato in versione punk dal giovane regista Davide Sacco con l’interpretazione di Orazio Cerino.
Un uomo, accusato di omicidio, attende la ghigliottina. La lama non darà un taglio netto e veloce ponendo così fine all’agonia, ma ci metterà una lunga settimana a scendere, facendo diventare il tempo da trascorrere in cella la tortura più feroce. Questo particolare nello spettacolo viene evidenziato nella concettuale e angosciante gabbia di luci a led, progettata per l’occasione da Luigi Sacco, padre del regista.
La mente del protagonista si abbandona ai ricordi. È la spettacolarizzazione della morte il tema portante dello spettacolo, che si affida un po’ troppo al coinvolgimento del pubblico per mezzo di cappucci neri da indossare, brevi incisi da leggere ad alta voce, inevitabili controscene dei malcapitati pescati tra il pubblico, sospesi tra l’imbarazzo e la buona volontà; così lo spettacolo cammina sul filo del rasoio. L’angoscia crescente rappresentata da Orazio Cerino che è attore molto bravo, andrebbe dosata di più, a favore di una maggiore comprensione della storia e qualche pausa “tenuta” e un ripigliar di fiato non farebbe male. Per quanto riguarda la contestualizzazione punk che annuncia la locandina, questa si limita a un refrain acido affidato alle corde della chitarra elettrica di Martina Angelucci. I costumi di ambientazione dark alla Tim Burton sono di Clelia Bove.
Il romanzo di Hugo va dritto allo stomaco, lo spettacolo di Sacco deve fidarsi di più della potenza del testo e ha comunque una felice intuizione finale: un registratore posato a terra si accende: è la voce del condannato che è incisa, proprio come nell’ultimo nastro di Krapp di Beckett; tamburellando poi sul microfono si può avvertire il battito del cuore del protagonista.
Il Fontanone Estate si riconferma rassegna di grande interesse, capace di conciliare il teatro di evasione caro alle platee estive capitoline e non solo, con progetti di impegno civile dal sapore fortemente OFF (questo spettacolo aveva il sostegno di Amnesty International). Segue la manifestazione un pubblico particolarmente giovane che apprezza con interesse sfidando la brezza gelata di una stagione che continua comunque a chiamarsi Estate Romana.
Lo spettacolo sarà presente al Ridotto del Teatro Nuovo di Napoli, sala Assoli il 13/14/15 ottobre.