Ricostruire il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, la quindicenne figlia di un dipendente del Vaticano di cui si persero le tracce nel 1983 e la cui vicenda ritorna periodicamente sulle pagine dei giornali, andando oltre la ricostruzione ufficiale e «i depistaggi» dei media. È questo l’obiettivo del libro Triplo inganno di Pino Nicotri, ex inviato dell’Espresso che da anni si occupa di seguire l’inchiesta e le diverse ricostruzioni. Il volume raccoglie i documenti giudiziari e le testimonianze che per l’autore «sono stati dimenticati e ignorati». L’idea di fondo di Nicotri, che sottolinea di aver studiato a lungo tutti i documenti relativi alla vicenda e aver avuto ripetuti colloqui con diverse persone coinvolte, è che quella di Emanuela Orlandi sia una «normale» scomparsa di persona, probabilmente dovuta a motivi sessuali, come ne avvengono molte ogni anno.
Il primo inganno sarebbe la «fantasiosa» tesi del «rapimento a scopo politico», «imposta – viene affermato nello scritto – fin dai primi giorni dal Vaticano». Gli altri due «quello delle autorità italiane e vaticane impegnate ad assecondare la messinscena del rapimento» e, infine, il terzo inganno quello dei mass media che «hanno trasformato il caso Orlandi in uno show mediatico di false rivelazioni e notizie inventate, trascurando costantemente il lavoro dei magistrati». Risponderanno i vari ‘show’ televisivi all’accusa?