Perduto Pinocchio al Teatro I di Milano

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Il personaggio di Collodi nella drammaturgia di Virginio Liberti, tra angoscia, memoria e identità

di Greta Salvi

Pinocchio è cresciuto e ha perduto se stesso: si è smarrito in una cupa angoscia esistenziale, in una solitudine senza più punti di riferimento. Prodotto da Teatro Studio Krypton, per la regia del brasiliano Virginio Liberti, Perduto Pinocchio, in scena al Teatro I di Milano dal 2 al 4 ottobre 2014, ci mostra il personaggio collodiano quarant’anni dopo la metamorfosi da burattino di legno a bambino in carne e ossa. Un premio per la sua buona condotta, che si rivela essere anche una maledizione. Perché nella metamorfosi il Pinocchio-burattino ha perso la sua unicità e una volta cresciuto si trova a fare i conti con il dolore, con la morte, con la solitudine, con la difficoltà comune a tutti gli uomini di rendersi speciale, unico al mondo.

La scena, curata da Loris Giancola, ci presenta un Pinocchio trascurato e trasandato come un clochard, abbandonato a se stesso in una stanza fatiscente, in bilico sull’orlo di un abisso psichico. Da questo spazio di solitudine, Pinocchio lancia il suo grido disperato: ma Geppetto e la Fata Turchina non ci sono più e a rispondere al suo appello sono gli animali del romanzo di Collodi. Il Gatto e la Volpe, il Grillo Parlante, la Civetta, la Lumaca, il Serpente, il Tonno, il Colombo, il Pulcino e gli altri si palesano come voci fuori campo e come immagini in movimento proiettate sullo sfondo, su uno schermo che diventa bacheca per inquietanti foto-ricordo. Ed è proprio da un viaggio nei ricordi che Pinocchio parte per ritrovare se stesso: guidato da Mangiafuoco (a sua volta voce fuori campo e bocca maschile proiettata) e dagli animali, il protagonista rievoca le sue avventure di burattino. É la memoria a guidarlo e la memoria non segue una logica, né una cronologia: l’intreccio del romanzo viene stravolto e si trasforma in un flusso di coscienza sempre più vorticoso, che corre a precipizio verso l’abisso.

Per l’interprete di Pinocchio, Tommaso Taddei, si tratta di una prova d’attore notevole, ma brillantemente superata.
Prestano la loro voce agli animali diciotto collaboratori di Teatro Studio Krypton, tra attori professionisti, tecnici e altri membri della compagnia.

03/10/14