Freschissima, in questo inizio settembre dopo un’estate senza estate, ci arriva la notizia da Ajaccio (è giusto che anche i corsi qualche schifezza se la becchino, non possiamo prendercele tutte noi). Andres Serrano ha riesposto una sua opera fotografica dell’87 dal titolo “Piss Christ” al Fesh Museum della città corsa. La foto che dà scandalo riprende un crocefisso immerso nell’urina. Più noioso, trito e ritrito, che blasfemo il suo tentativo di provocare con l’arte. Probabile che del suo crocifisso in orinocultura non resti nulla, neanche una risata.
Non paghi di tanto arrivano a Torino le truppe cammellate della LGBT International Art con l’affissione del loro manifesto – ritenuto ovviamente artistico – raffigurante una donna nuda e sovrappeso che con volto sprezzante calpesta un’icona della Vergine Maria e del Cristo. Un paio di mesi fa, finalmente, sul Porto Antico di Genova, si sono decisi a rimuovere la “provocazione artistica” realizzata con pneumatici dal belga Serge Van de Put. Ora poi non dite che “nomina” non “sunt omina” perché con un cognome simile si dovrebbe evitare di provocare…
Dopo le effigi di bambini impiccati ad alberi, la statua che si dice raffiguri Giovanni Paolo II in Piazza dei Cinquecento a Roma, il Padre Pio stile Mazinga e dopo lo “straordinario” progetto di Daniel Buren a La Spezia, gli esempi di opere “d’arte contemporanea” che da anni ammorbano le nostre città sono innumerevoli e ne sorgono nuovi ogni giorno. Grazie a decenni di pseudocultura anarcoide e finto dotta della Sinistra Radicalchic, grazie all’ignoranza, all’incompetenza e soprattutto alla mancanza di gusto e cultura di Enti ed Amministratori Pubblici incapaci di riconoscere il Bello e ormai proni – anche intellettualmente – al predominio dell’orrido.
A Cristo ne han fatte di peggio quando era in terra. Che i suoi persecutori siano una genia che continuera’ fino alla fine del mondo lo ha detto Lui stesso. Per noi c’e’ solo da piangere la morte dell’arte che per quasi tre millenni ha saziato negli uomini la loro sete del bello e la loro visione della perfezione. La colpa non e’ solo degli abbietti artisti ciarlatani, ma del pilatismo della gente “per bene” che nell’arte cerca solo sensazioni da bestie.
Egregio Frau, anche a me non piace l’arte moderna, preferisco l’arte classica, in particolare quella rinascimentale e il neoclassicismo. Tuttavia, in tema di libertà di espressione, la penso come il grande liberale Voltaire, che affermava “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere”. Il che, tradotto nel campo artistico, significa NO a qualsiasi forma di censura e di repressione della libertà di espressione artistica. Detto ciò (e spero che tutti siano d’accordo, l’ultima imposizione di “realismo artistico” esisteva in Unione Sovietica …) è vero che si assiste nelle nostre città al sorgere di opere d’arte di dubbia qualità, ma questo dipende anche molto dal gusto e dalla sensibilità artistica dei nostri amministratori, e delle “Commissioni” preposte alla scelta delle opere. La statua di Giovanni Paolo II a Piazza dei Cinquecento a Roma (anche a me non piace), pare comunque sia stata donata al Comune: questo assolve gli amministratori da un punto di vista economico, mentre permangono i dubbi sulla scelta artistica, se non altro di coerenza rispetto allo scenario artistico che circonda la statua.
Credo che lei sia un dei pochi lettori di questa testata che l’abbia capito.
La provocazione è uno strumento che da millenni l’arte utilizza per affermarsi ed è allo stesso tempo grande prova di libertà espressiva, con rammarico debbo constatare come un quotidiano che sbandiera il baluardo liberista (sacrosanto dal mio punto di vista) non perda occasione per indignarsi di fronte alla ‘pseudocultura anarcoide della sinistra radical chic’ piuttosto che di fronte alle ‘truppe cammellate LGBT’ e dia senza motivo il solito taglio politico ad una polemica che con destra e sinistra non c’entra nulla.
Comments are closed.