Festival delle Storie: racconto quindi sono

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Narratori a convegno in val Comino. Tra arcaicità e sperimentazione.

Di Claudio Cabona

Storie di oggi e di domani raccontate in un’atmosfera arcaica. Il riemergere di una consapevolezza antica che porta l’uomo al confronto con se stesso e con il prossimo, lontano dalla socializzazione sterile di un mondo in cui la tecnologia si manifesta spesso padrona. Da sabato 23 a domenica 31 agosto, nella Val Comino, nel parco nazionale d’Abruzzo nel Lazio, si terrà “Il festival delle storie” nato nel 2009 da un’iniziativa del club “Antrasarta”.

Tanti i nomi interessanti da seguire: Dan Fante, Stephen Amidon, autore del romanzo “Il capitale umano”, da cui è stato tratto l’omonimo film di Paolo Virzì, Sarah Lee Guthrie, Marco Travaglio, Erminia Ferrari Manfredi, moglie del grande Nino, l’étoile della danza più amata del nostro Paese, Carla Fracci, Fabio Genovesi e Tim Willocks, oltre a molti altri. Centocinquanta ospiti, più di sessanta incontri per nove giorni di viaggio attraverso piazze medievali, vicoli, castelli, conventi e roccaforti. «Nove giorni in cui il festival viaggia di paese in paese, uno al giorno, come una compagnia di giro, di cantastorie, attori, scrittori, narratori, intellettuali, giornalisti, voci del cinema e della televisione – racconta Vittorio Macioce, uno degli ideatori della manifestazione – ognuno con la voglia di raccontare e raccontarsi. E intorno a loro uomini e donne che ascoltano e dicono la loro».

Le aree tematiche da cui partono gli incontri si ispirano ai tarocchi. «Si parte dalla carta dell’“Appeso”, simbolo di precarietà e futuro incerto, si passa per la “Ruota”, carta del cambiamento, legata all’“Imperatore”, colui che dovrebbe risolvere i problemi, ma in realtà si guarda l’ombelico – continua Macioce – il viaggio continuerà alla scoperta dell’“Alchimista”, ovvero di chi prova a trovare una cura a questo buio, e del “Cavaliere”, la riscoperta delle proprie tradizioni, oltre ad altre tappe». Un mondo da esplorare, fatto di politica, di spiritualità, di gastronomia genuina, di antiche tradizioni e di paesaggi che riconciliano con la natura.

«Le storie ci permettono di illuminare quello che ci circonda – conclude Macioce – di scoprire, riscoprire e vivere. Così si fa riaffiorare una cultura vera, fondata sulla parola e sul confronto, lontana dalle pomposità e dalle accademie. E tutto ciò parte anche da un lavoro di formazione dell’individuo come dimostrano i tanti laboratori organizzati durante il festival. Questa manifestazione è una terra di mezzo in cui passato e futuro si abbracciano consentendo a chiunque di non sentirsi uno straniero». Per il programma completo: www.festivaldellestorie.org

 

 

22.08.14