Archimusic: come suonano i palazzi

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27 canzoni storiche trasformate in disegni di edifici

“Vieni, andiamo a sentire come suonano i palazzi”. Se uscite con un architetto, potreste sentirvelo dire. Non allarmatevi, non è folle né tenta di stupirvi con la sua seconda laurea in lettere moderne, dimostrandovi di saper usare la sinestesia. Lo diceva anche Goethe: “la musica è architettura liquida, l’architettura è musica congelata”. Proprio con Goethe in mente, Federico Babina – graphic designer, architetto di natali bolognesi e domicilio a Barcellona – ha avuto la geniale idea per Archimusic: 27 canzoni storiche trasformate in disegni di edifici (date un’occhiata al suo sito, c’è da non riprendersi più per le cose belle e intelligenti che fa, vien voglia di diventare almeno ingegneri: federicobabina.com/ARCHIMUSIC).

E così “Morning Passages” di Philip Glass diventa un Colosseo quadrato orizzontale; “No Surprises” dei Radiohead, un complesso di container, uno scudo di Lego; “Can’t Help Falling in Love With you” di Elvis, una torre che si lancia verso il cielo come la Velasca.

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La musica e l’architettura non parlano lo stesso linguaggio.  Tuttavia, possono conversare amabilmente, condividono alcuni tropi, declinano i verbi delle azioni in modi simili, a volte complementari. Tutto sta a trovare la convergenza, che secondo Babina è nella struttura portante: quello che in un pentagramma sono silenzio e note, in un progetto architettonico corrisponde a pieno e vuoto. Fissato questo, ogni facciata, da Le Corbusier ai condomini di periferia, ha un ritmo rintracciabile, è la musica congelata di Goethe.

Archimiusic

Babina, allora, ha architettato la musica: “se esiste l’architettura musicata – ci dice – doveva pur essere possibile fare il contrario” e rovesciare i ruoli, vedere come sarebbe cambiata la somma mutando l’ordine degli addendi.

I disegni di Archimusic sono nati dall’incrocio di due diversi moti: l’ispirazione data dalla canzone in sé e il desiderio di renderla intelligibile attraverso la progettazione architettonica, che è una delle maniere più affascinanti per capire come avere delle idee non sia solo un processo romantico, ma un fatto tecnico. “Nella musica non c’è forma senza logica e non c’è logica senza unità”, potrebbe essere l’appunto di uno studente di Valle Giulia, ma lo diceva Arnold Shonberg, l’inventore della dodecafonia, all’inizio del secolo scorso.

29.11.2014