… Se andassero nel Mondo messaggeri del bello del Sud!
… Se diventassero ambasciatori coraggiosi e forti del riscatto e della rinascita!
… Se tornassero da ogni viaggio in compagnia di interi popoli affascinati dalla loro sensualità e dalla loro immortalità!
… Se… Se, magari, tutti fossero più sereni nell’animo e più realisti. I politici marpioni, i funzionari coi timbri in tasca e le ferie in mano, gli esperti e gli espertoni (che, negli anni, hanno cambiato teorie “inconfutabili” ad ogni corrente marina dello Stretto) e anche i sognatori, che vorrebbero vederli sotto i riflettori di tutto il Pianeta. Anche quelli della sagra del Ppeperongino dell’altasila.
E, infine, se tutti ricordassero che siamo entrati da un bel po’ nel terzo millennio dell’era di Cristo, ma che l’uomo esiste da ben più giorni, e che il progresso ha creato migliaia di modi per spostarsi e spostare le merci. Anche le più preziose e delicate. Senza rompere e senza romperle.
Anche i Bronzi di Riace, al momento padroni di casa al Museo di Reggio Calabria, ma non per questo inamovibili, potrebbero, dunque, viaggiare.
Da anni, infatti, i due guerrieri restituiti dal mare vengono invitati in ogni dove, ma la condanna all’inamovibilità non consente Loro di onorare la chiamata.
Eppure, fino a pochi mesi fa, una scelleratezza umana li aveva “coricati” su due carrelli metallici nell’androne della sede della Rreggione Calabria, quasi uscieri, per permettere ai muratori di allestire la milionaria sala nella quale troneggiano, in compagnia di se stessi, all’interno del Museo (peraltro non ancora completato). Anni “di barella”, durante i quali esperti restauratori sono intervenuti abbondantemente (e sapientemente) sulle due statue, fino a renderle talmente sane, che rischiano il risveglio.
Cionondimeno, i Bronzi non viaggiano. Per volere supremo. Ai due meravigliosi maschi dello Jonio è impedito il piacere della conoscenza. Mentre, tignosamente, è inchiodato ai piedi, pur perfetti, l’arrogante divieto a muoversi.
“Chi li vuole vedere, qua deve venire!!” Sembra di sentirle, le frasi che schiaffeggiano l’aria nelle stanze dei bottoni. “Pigliano aerei, navi, treni, macchine, ciucci, muli, sandali e tappine e vengono qua. Noi non andiamo a Ppariggi a vedere la Gioconda? E allora? Chi vuole vedere i Bronzi viene a Rreggio. E si compra pure la ndujia e il bergamotto!”
Arroganti, miopi, testedure! Viaggia Leonardo, l’Egitto, Roma, la Grecia, Michelangelo, Guaguin, Renoir, Caravaggio, Reni, Mantegna, Mirò, Dalì e Picasso, Corot e Monet, Modigliani e Manet.Viaggia l’Ermitage e il Prado, il Louvre e British. Il MOMA. E Guggenheim. Viaggia l’intelligenza e la lungimiranza.Viaggia l’Uomo e conquista i Cieli, finora dimora divina.Ma non viaggiano A e B. Nemmeno fino alla vicina Milano, per accogliere il Mondo intero alla prossima Esposizione Universale, l’Expo 2015.
Non ci vanno perché, nonostante i duemilacinquecentoepiù anni trascorsi sotto le sabbie corrosive del mare, immersi nel sale dello Jonio, oggi potrebbero prendersi un brutto raffreddore. O, forse, una fastidiosa artrosi. O la scabbia del viaggiatore. Magari, una venerea delle tante, considerata la spavalda doppia nudità.
Bah! Incomprensibile testardaggine calabrese!
Io, fosse per me, ce li accompagnerei per mano, in giro per il Mondo, belli e forti come sono…