Dioniso balla Tarantanova Sound

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L’irresistibile richiamo della Taranta

di Nino Spirlì

“Arcu d’Amuri” è il secondo cd del giovanissimo gruppo calabrese. Così giovane da vivere solo di grandi ideali e correttezza morale. PerchĂ© è a questa etĂ  che il cuore batte solo per amore. Ogni amore. E le delusioni non hanno ancora svilito i sogni.

Un piccolo esercito di musicisti agguerriti e pronti alla piazza . A prima vista, già manifestano la loro appartenenza. Schivi, da calabresi purosangue. Forti e tenaci, ma travestiti da timidi. Come tutti quei sicuri che non vogliono, però, sembrare arroganti. “Sappiamo di valere e non abbiamo bisogno di dichiararlo”, sembrano dire in coro, quando, di nero vestiti, posano per la foto di gruppo. Intorno alla piscina del grand hotel che ha ospitato la presentazione dell’album, un grande palco e una folla di affezionati. E, al calare del sole, quando le ombre degli ulivi si allungano quasi a voler stringere un patto con l’uomo, le prime note.

La musica dei Tarantanova Sound è fortemente connotata. E’ taranta. Non altro. Forte della ricerca che i compositori del gruppo portano avanti da quando erano piccoli e affascinati dal suono degli strumenti musicali dei genitori e dei nonni. Carmine Panuccio, per esempio, è figlio e nipote di zampognari. Suona anche il flauto. E lo fa meglio di Pan. E suona anche la pipìta, la ciaramella di natalizie musicalità. E non ci può essere taranta senza la voce della pipìta. Come non ci sarebbe danza popolare senza l’amicizia fraterna dell’organetto, che “raccoglie” gente in piazza e, poi, la scardina dal terreno, per condurla in una sorta di estasi dionisiaca.

Non ce la fanno, infatti, a starsene immobili all’ascolto, i tanti chiamati dal ritmo antico dei Tarantanova Sound. Nemmeno i più piccoli, o i giovinotti più ritrosi. E le signore… Loro per prime. Cominciano a danzare con gli sguardi. E, poi, i bacini. E allungano le braccia verso un cavaliere che le conduca. Ovunque. E danzano i pendenti alle orecchie. E si affannano i petti. E’ l’effetto della taranta.

Domenico e Sebastiano, voci di lontana forza popolare, trascinano e coinvolgono. Le parole sembrano leggere, ma le ascolti meglio e senti che inchiodano come martelli. Questa è taranta che parla di legge. D’amore. Di amicizia. Questo è il Sud. Quello vero.

 

18.06.2014