“Luci spente”: il coraggio di rischiare

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Ribaltare le dinamiche dell’industria dello spettacolo

di Maria Lucia Tangorra

 

Spesso, si sa, bisogna fare di necessità virtù. Forse è proprio questo uno dei principi che sottende la logica del crowdfunding o finanziamento collettivo. Idea comune è che nella difficoltà ci si ingegna e si crea di più, ed è da questo spirito che prendono vita molte produzioni di cinema indipendente. Tra queste, oggi, vogliamo parlarvi di “Luci spente” che ha da poco lanciato una campagna di raccolta fondi per la fase di post-produzione audio-video e per la circuitazione nei festival.

È un gioco di contaminazione tra le arti: il teatro influenza il cinema. Il regista Edoardo Lomazzi è stato, infatti, colpito dal testo di Pier Vittorio Mannucci, portato in scena nel 2012 dalla compagnia teatrale PaT – Passi Teatrali, ne ha visto le potenzialità cinematografiche – si tratta di un thriller psicologico – e ha scelto di coinvolgere gli interpreti e l’autore in un’avventura non facile, qual è la realizzazione di un lungometraggio con produzione a zero budget. Questa condizione di lavorazione comporta una compressione nei tempi di ripresa (girato in 5 giorni) e la mancanza di attrezzature (dolly o carrello) e figure tecniche. Per quanto il regista monzese possa farsi in quattro coprendo più mansioni e avvalendosi di pochi collaboratori, è impossibile concludere un film senza sostenere dei costi ed è qui che entra in campo il “noi”.

Gli artisti, sfruttando i vantaggi di internet, avvicinano chi solitamente guarda chiamando all’appello il potenziale pubblico che diventa così attivo e non più mero spettatore pagante di un biglietto. Il crowdfunding sta diventando sempre più un motore dinamico e influente, capace di ribaltare le dinamiche dell’industria dello spettacolo. Questa logica permette di realizzare il “si può fare” che gli artisti e la troupe hanno pensato lanciandosi in un’impresa rischiosa; al contempo, chi ha donato si sente parte integrante del progetto.

“Luci spente” ha aderito al modello di finanziamento collettivo “reward-based”, quello più conosciuto, che consiste in premi commisurati alla quota versata. Qui https://www.indiegogo.com/projects/luci-spente-lights-out  potete leggere e ascoltare la viva voce di chi ha creduto e crede nell’iniziativa di “Luci spente” a tal punto da dormire poche ore al giorno pur di portare a casa un girato di buon livello – se si tiene conto dei mezzi usati.

Ora sta anche a voi credere, ognuno con le proprie possibilità, in un film che certo non avete ancora visto, ma che si potrà valutare solo se avrà la possibilità di esistere.

 

23.05.2014