Ieri pomeriggio ero in treno verso Roma, leggevo i giornali online e veramente, veramente non capivo (e non capisco) cosa aspettino, dal Ministro Franceschini al Sindaco Pisapia in giù, a rispedire al mittente il soprintendente designato del Teatro alla Scala Alexander Pereira.
Da settimane va avanti la telenovela se abbia agito in modo incauto o piratesco, perché effettuato praticamente da se stesso, nell’acquisto per il Teatro milanese di diversi allestimenti d’opera del Festival di Salisburgo, del quale è egli stesso direttore artistico. (Salzburg Festival)
Sia come sia; ma è o no inaccettabile, da un’autorità di questo calibro, un impiccio simile?
La Stampa scriveva che “Pisapia prende (o perde) altro tempo”. E Milano Today, nonostante Pereira continui a sostenere che si sia trattato d’un buon affare, ribadiva che lo scandalo, “se così si può chiamare, sta anche nel fatto che le opere acquistate dalla Scala avrebbero sostanzialmente contribuito a ripianare il bilancio del Festival di Salisburgo e – contemporaneamente, insieme ad altre ‘mosse’ come alcuni cambi in corso di stagione – avrebbero fatto lievitare i costi del teatro milanese di circa un milione di euro”.
Serve altro? Per quale ragione s’agisce con determinazione drastica di fronte a tanta fetenzia (o tanta incoscienza)? Ci spieghino, i sodali di Lissner e di Pereira: dopo la stagione indegna della soprintendenza francese, che riassumiamo (per buon cuore) solo nella stupidissima bruttezza dell’ultima Traviata inaugurale e nell’arroganza (che i Lissner hanno in tanto indisponente dose) d’aver dichiarato -motu proprio- “persona non grata alla Scala” il massimo critico musicale vivente, Paolo Isotta; dopo una robaccia simile, ripeto, il Teatro dove sprofonderà di più?
Ecco. E tutto questo per esser diventati di nuovo terra di conquista: perché la nostra cosiddetta Cultura è priva della minima dignità e è prona a chiunque scimmiotti rivoluzioni nel salotto.
Oportet ut scandala eveniant, ricorda il Matteo vero (non il pierre a Palazzo Chigi). Allora ringraziamo Iddio e nominiamo subito un soprintendente del Teatro alla Scala che sia italiano, straordinario e competentissimo. Ne abbiamo ad abundantiam, di tal artistica genia: da Luigi Corbani a Massimo Biscardi, Cristiano Chiarot, Alessio Vlad e il “vecchio” Carlo Fontana. Chi sostiene che non sia possibile insediare uno di loro?
Non è autarchia: è amor proprio.
Twitter @NazzarenoCarusi
Massimo Biscardi???? Ma sei matto!
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