Mauro Patrini: led, display e pietra di luna

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Essere Concettuali a Pizzighettone

di Angelo Crespi

Abitare a Pizzighettone, usare una tecnica decorativa del Seicento, e fare l’artista concettuale è un bel paradosso. Eppure Mauro Patrini, classe 1965, non ha mai smesso un attimo di pensare che questa sia la strada giusta. Esperto restauratore, da più di venti anni si dedica alla “scagliola”, la sostanza prodotta con selenite (la mitica pietra di luna) e colle animali che ebbe larga diffusione tra Toscana ed Emilia, soprattutto nel Barocco, per decorare chiese e palazzi in sostituzione del più prezioso e costoso marmo. Ancora oggi, molti artigiani usano questo stucco per sfornare oggetti o imitare decorazioni troppo rococò e propriamente “stucchevoli”. Non così Patrini nelle cui mani l’umile gesso si trasforma in costruzioni degne dell’arte minimal, forme rigorose, piastrelle, cubi, monoliti superleggeri dai colori smaltati, frutto di lunghe ore passate a sovrapporre gli strati e poi a tirarli e lucidarli con le carte abrasive più fini.

Il minimal è però solo un passaggio verso il concettuale: le ultime opere raccontano di ulteriori sviluppi. Da un lato, sembra che Patrini abbia come modello l’arte povera o la land art: l’utilizzo del legno mischiato alla scagliola apre a risultati inediti in cui la fibra naturale e il colore si compenetrano a evocare ataviche relazioni: i tronchi di rovere sembrano rivivere nello smalto rossastro del gesso che li svela e nello stesso tempo li protegge. Dall’altro lato, la scagliola e le moderne tecnologie dei led si uniscono in chiave strettamente concettuale in una serie di lapidi, moderni e nello stesso tempo antichi display luminosi, in cui le parole, quasi epigrafi, assumono nel contrasto e nella relazione, antipodi e anagrammi, significati ulteriori: words/sword, deny/fake, earn/save.

Infine, recente evoluzione è quella dei sassi in scagliola, tridimensionali trompe l’oeil che ingannano l’occhio e nello stesso tempo, per la loro leggerezza, la mano che li solleva: “Un invito – ci dice Patrini – a non soffermarsi alle apparenze nella vita, a cercare di guardare dentro e oltre la realtà per comprenderne la vera natura. Vediamo un sasso, ma non lo è, è altro così come altro possono essere le persone e le cose che ci circondano. Ci facciamo condurre dai sensi senza approfondire le nostre percezioni in una realtà che è ingannevole”.

22.04.2014