Ermanno Ivone: quella fotografia che incendia gli occhi

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Vernice, lattice, marmellata e pelle nuda al Fuorisalone.

281854_399728510175483_3902838204774821599_nSfondi nordici quasi inesistenti, vernici a smalto dai colori acidi che imbrattano e colano, azioni congelate, sigarette fumate a metà, sguardi fermi che ti artigliano gli occhi e non li lasciano andare. E pelle, tanta pelle nuda. Questo è Ermanno Ivone, originario di Gioia del Colle, di stanza a Milano: qualcuno ha detto di averlo visto infilarsi un mantello dentro una cabina telefonica, una volta, come un supereroe. Da bambino voleva fare il pompiere come Grisù. Invece, da grande, gli incendi ha preferito accenderli: nel nero che sta dietro alle pupille, con una macchina fotografica.

Nei suoi scatti, visi e corpi si imbrattano di tinte umide fuxia, annegano nel turchese, si coprono di terra o di colate di marmellata alla fragola. I guanti di lattice si sporcano di rossetto. Lenzuola stropicciate e pellicce arruffate insidiano il candore liscio di una schiena o rinselvatichiscono la linea di una mascella con la barba di quattro giorni e uno sguardo nero da lupo. Ermanno fa ritratti, e li fa bene. Se si osserva attentamente, in tutti c’è qualcosa: la malizia di uno sguardo, la linea provocante di un sorriso o una risata sfrontata: a posare per lui ci si diverte tantissimo, sembra.

Per questo giovane artista, ogni fotografia è il racconto di pochi secondi, un sogno del primo sonno. O la vaga memoria che resta quando ci si sveglia a mezzogiorno in hangover: non a caso, lo pseudonimo di Ermanno Ivone su Flickr è “doposbronza”. Nonostante lavori molto sul nudo, Ivone non si sente un fotografo erotico: la carnalità è sempre smussata dall’ironia. O enfatizzata fino a essere quasi inaccettabile, a distrarre dalla nudità del corpo e svelare dettagli inediti. Come a dire: “Spogliati, ché ti devo parlare”.
E allora, prendiamoci cinque minuti e divertiamoci e lasciamoci provocare.

Ermanno Ivone ermanno ivone

Ermanno Ivone

2 Commenti

  1. Pezzo bellissimo, chapeau. Raccontare così bene le immagini con le parole è un dono. Bravissima.

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