“Elogio della follia”, maledizione o provvidenza?

0

Claudia Negrin porta sulla scena il classico di Erasmo da Rotterdam.

di Enrico Groppali

Sono passati anni ed anni, per non dire secoli e secoli ma non si è ancora sciolto l’amletico dubbio se la follia sia da considerarsi una qualità speciale della psiche che autorizza il nostro cervello a compiere balzi inusitati verso una superiore conoscenza oppure no. Un quesito che, come sappiamo, si presentò persino a una mente superiore per eclettismo e spregiudicata conoscenza come quella di Erasmo da Rotterdam che allo spinoso ma allettante problema dedicò , come è noto, il suo preziosissimo “Elogio”. Che ora con sorprendente grazia condita di una gioviale e graditissima punta di humour ci presenta sulla scena una regista emergente come Claudia Negrin.

Che sulla piccola scena del provvido Teatro Libero di via Savona ha intessuto da provetta giocoliera una fantastica partita a scacchi con questa dea che insieme atterrisce e seduce sia le anime semplici che i cervelli piu’sofisticati e complessi di coloro che si sono tuffati a pesce nella spinosa questione. Dato che, come Negrin insegna nel suo colto e raffinato spettacolo, si passa senza colpo ferire dall’ammirazione tout court professata dal dotto Erasmo, sedotto dall’indecifrabile immensità del problema, al gioco teatrale condotto dalle figurazioni obbligate dei personaggi del teatro di ieri e di oggi che, della vexata questio, hanno fatto la stravagante bandiera che gli ha permesso di accedere all’immortalità.

Dalla patetica dumb blonde per eccellenza di nome Marilyn che, unica tra le innumerevoli creature tacciate di aver contratto questo stranissimo morbo, a suo tempo da personaggio storico travalicò nel mito tramutando la propria vita in una fiaba dall’accento tragico senza per questo dimenticare il pallido principe di Danimarca né l’ossessivo rovello di quel signore che, come ci narra Pirandello, per anni effettivamente credette di chiamarsi Enrico IV. Siamo quindi, per intenderci, a contatto con la più bizzarra nonchè raffinata feerie che si possa concepire dove qualsiasi identità sfugge a se stessa per rifugiarsi nella terra di nessuno delle immagini. E persino le certezze acclarate dalla storia si doppiano e tralignano. Come accade ad Ofelia che alla tragica Ignota di “Come tu mi vuoi” sospesa in un limbo da cui e’impossibile evadere. Follia: ovvero sia liberta che prigione

Elogio della follia – da Erasmo da Rotterdam

Concezione e regia di Claudia Negrin. Milano, Teatro Libero, fino al 30 marzo.