Quando ad un artista è vietato chiamarsi Mussolini

14

La gogna mediatica a cui è sottoposta in questi giorni Alessandra Mussolini rivela l’immagine di un paese in crisi culturale prima che economica. La tanto strombazzata crisi non è solo ciò che ci costringe a fare e rifare i conti durante il mese, è anche quel misto di pigrizia e di maramaldàggine nel prendersela con una donna per la famiglia a cui appartiene.
Un’ostilità che la Mussolini ha sempre combattuto in maniera orgogliosa, come quando disse no alla proposta indecente di varcare le porte del Parlamento come “Alessandra Floriani”, e anche, in alcuni casi, con una certa autoironia, come quando si definì “portatrice sana di cognome”.

Ma facciamo un passo indietro nella storia di Alessandra, una storia che l’ha vista ostacolata a priori in un’infinità di occasioni. Ha frequentato l’università in anni di antifascismo militante, ed è stata costretta dalle contestazioni a poter scegliere solo la facoltà di medicina. Le è stato detto: “E tu con quel cognome vorresti fare filosofia morale?”

Si è presenta per sostenere un esame al cospetto di un professore che le chiese “Mussolini Mussolini?”. “Sì, Mussolini Mussolini”. E il libretto in un attimo gettato a terra con disprezzo. “Alzati, e va’ a raccoglierlo”.
L’Italia che siamo, l’italia che vogliamo è quella che fa dipendere la cultura solo da uno stato di famiglia? Gli Italiani che sostengono la decadenza e l’impoverimento ideale della Roma della “grande bellezza” sono gli stessi che twittano continuamente attacchi contro la Mussolini?

Prima dell’ascesa politica la nipote del Duce ha rivelato un talento artistico confermato anche da Eduardo De Filippo. Ma la sua filmografia è breve, brevissima, ancora una volta per motivi dipendenti da quel cognome così tanto scomodo. Dino Risi la volle incontrare per proporle il ruolo della figlia di Sophia nel remake televisivo della “Ciociara”. Ma in realtà fu solo un’occasione per umiliarla, ancora una volta, proponendole di cambiare il nome in Alessandra Zero. Perché “prima di dimenticare questi occhi dovranno passare sette generazioni”.
Gli attacchi di questi giorni rivelano che non si aspettava altro che un suo cedimento per fare rivivere lo stesso ostracismo di cui è stato vittima anche il padre Romano, grandissimo jazzista eppure così poco considerato. Così poco invitato nelle trasmissioni televisive. Per l’ovvio impedimento del cognome.

Ma perché non essere apprezzati, stimati, semplicemente per quello che si è? Perché voler vedere in quel “Mussolini” posto dopo il nome la negazione di tutto?
È vergognoso. Così come, di fronte alla vicenda matrimoniale di Alessandra, vergognosa è stata la reazione di Vladimir Luxuria. Una reazione non giustificata neppure da quel “meglio fascista che frocio”, sicuramente infelice ma smentito dalle tante occasioni in cui Alessandra ha dimostrato di battersi per i diritti individuali. Sfatando quel mito che la vuole a tutti i costi omofoba.

Luxuria è solo l’ultima di una lunga fila di intellettuali e gente comune, la cui “passione civile” si sveglia solo in presenza di un capro espiatorio. Che responsabilità ha la Mussolini nelle vicende del marito? Ovviamente nessuna. Ovviamente è una delle parti lese. Ma ecco il paradosso: “quel” cognome l’ha resa semplicemente una donna sola, costretta a difendersi contro tutto e tutti.

 

 

14 Commenti

  1. A dire il vero Romano Mussolini negli anni 90-2000 suonava alle feste organizzate dalla CGIL, Alessandra invece non ha mai rinnegato il passato più buio del nonno andando ostentatamente fiera, legittimamente, del suo cognome. Quindi il “fardello” del cognome se lo porta eccome e deve essere pronta alle critiche, anche perchè lei non è certo una che usa toni democratici. Oneri e onori. Sul discorso del marito sono d’accordo lei è una parte lesa di una tipologia di uomo che per anni ha criticato sostenendo dei metodi repressivi leggermente antidemocratici. Legge del contappasso.

  2. mamma mia…altro che pochezza…qui siamo al vuoto assoluto!! Argomenti inutili trattati con la “profondita’ “tipica dei galoppini dei club forza Silvio. Cantatela e suonatevela. Il vento e’ cambiato.

  3. quanta pokezza in questo blog! e ve lo dice uno ke scrive pokezza con la CAPPA!!!!

  4. Rispetto quel cognome per la Sua storia e per quello che ha fatto il nonno. Non mi importa nulla di Lei e di quello che fà o dice. Il nonno ha fatto la storia della destra italiana e cinquanta anni di sinistra comunista non sono riusciti a distruggere. Se quella destra và alle urne sicuramente ci si accorgerebbe di come il nonno è ancora rispettato da milioni di italiani veri. Quindi concludo dicendo che la Signora Alessandra ha usato il nome del nonno a Suo uso e consumo senza minimamente meritare il rispetto della destra Fascista. A Lei non importerà come a noi non importa di Lei.

  5. Bellissimo articolo, complimenti davvero. La cosa che in questi giorni mi ha lasciato senza una spiegazione è anche che le sono state rinfacciate battaglie a difesa dei minori. Certo è crudelmente ironico che una che si batte per questo poi si ritrovi un marito del genere però non mi pare logico a meno che uno non sia a favore degli abusi sui minori.

  6. Caro Gabriele,

    quindi intuisco che al tempo ti sei opposto anche alla gogna mediatica che ha sommerso Marrazzo, o difendi lei solo prché si chiama Mussolini?
    Comunque è vero la gogna se l’è cercata, era lei che proponeva la castrazione chimica per chi va con le minorenni.
    Qualcuno le ha chiesto cosa ne pensa ora?

    Cordiali saluti,

    Pietro

  7. In Italia abbiamo una mafia rossa che appesta il nostro paese da troppo tempo. I trinariciuti continuano a ciarlare di lotta alla mafia e di razzismo ma SONO LORO I PEGGIORI MAFIOSI E RAZZISTI. Quando finirà questo strazio che inquina e corrompe le nuove generazioni?

  8. figuriamoci se la nipote della sofia nazionale attrice acclamata in ogn iangolo del mondo e’ stata esclusa x il cognome…semmai e’ stata esclusa perche non sapeva recitare e ai tempi cji aveva scarse doti recitative era messo al palo al contrario degli ultimi 10 anni dove qualsiasi demente pupo improvvisarsi attore e se ha il giro giusto lavora.. in italai si e’ persa professionalita’ abbiamo attori che non valgono un tollino al confronto degl iamericani.

  9. Buongiorno Gabriele,
    io non do giudizi e non mi interessa in alcuna maniera il gossip e la morbosità che questa storia ha prodotto.
    E soprattutto non godo per quello che è capitato alla Sig.ra Alessandra.
    Penso banalmente che la Mussolini sapesse di questo vizietto del marito e che lo accettasse come succede in tante
    famiglie in cui si sa si fa finta di non vedere….
    Visto il personaggio così orgoglioso e combattivo avremmo tutti di più apprezzato un ammissione del fatto ed una difesa a spada tratta del marito dicendo che può fare quello che vuole e chi siamo noi per giudicare ma che è stato sfortunato a incappare in minorenni che se ho ben capito tutto sembravano tranne tali.

    Saluti

  10. Gentile Carlo, io credo che si debba stabilire un confine oltre il quale non spingersi. Le posizioni discutibili di Alessandra – e per certi versi posso essere d’accordo con te – non possono assolutamente essere l’alibi per permettersi di entrare in un privato in modo così poco rispettoso. Chissà perché in Italia certi cognomi sono ago della bilancia per decretare il bene e il male, il giusto e lo sbagliato. Mi pare di trovare similitudini con la stessa crociata da anni portata avanti contro Berlusconi…

  11. Mi spiace Gabriele, credo tu sia in errore, probabilmente per l’amicizia che ti lega a lei. La gogna se l’è cercata, paga per affermazioni che sono uscite dalla sua bocca, non per il suo cognome, che se vogliamo è solo un’aggravante che conferma che il frutto non cade poi lontano dall’albero.

    • Gentile Carlo, le mie opinioni prescindono da qualsiasi rapporto io possa avere con la sig.ra Mussolini. E il suo “se vogliamo è solo un’aggravante che conferma che il frutto non cade poi lontano dall’albero” non fa che avallare quanto ho scritto nel mio articolo.

Comments are closed.