La Tarma, Talento anti “talent show”

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Il pop autoctono ed elegante dell’emiliana Marta Ascari.

di Antonio Lodetti

Ha provato ad andare a Sanremo ma il suo brano, Zenone, non ha passato le selezioni per le Nuove Proposte. Eppure La Tarma, come si fa chiamare la 24enne cantautrice emiliana Marta Ascari, è personaggio assai particolare che ha appena pubblicato l’interessante album Antitarma «con cui ho preso la mia rivincita – racconta – infatti su Sorrisi e canzoni il cd è stato segnalato nell’elenco dei dischi più interessanti tra quelli scartati al Festival».

Ma l’antitarma non è pericoloso per La Tarma? «A me piace il rischio e amo le contraddizioni. La Tarma è un soprannome che mi porto dietro da quando sono piccola ma identifica al meglio la mia poetica perché voglio essere fastidiosa e lasciare il segno, magari anche solo con un buco». Il suo pop elegante e autoctono si abbevera a fonti molto diverse fra loro. Ha studiato composizione in Conservatorio e ora studia Musica elettronica applicata e ha cantato a lungo in un coro Gospel di Reggio Emilia. «Sono stata più in Chiesa che nei locali», dice divertita. Ma ora sta pianificando una serie di concerti (il primo sarà l’8 marzo al Circolo Arci Angolo B di Bologna) per impostare una vera tournée. «Suonare dal vivo è l’unica strada per farsi conoscere, visto che non punto sui talent che sono una specie di prigione, ti tengono segregata per parecchi mesi e non fanno per me che sono uno spirito libero. Dal vivo propongo uno show diverso dal disco, eseguo le canzoni con suoni elettronici ma accompagnata da una chitarra acustica per creare un forte contrasto».

La sua musa è Cristina Donà, fu durante un concerto di Cristina che ebbe la folgorazione. «L’ho ascoltata dal vivo al Festival della Filosofia di Modena e mi ha fatto scoprire un nuovo mondo. Da tempo avevo preparato un demo coi miei pezzi, glielo ho consegnato e dopo poco tempo lei mi ha chiamato». Così ha pubblicato il suo primo album e ora è «attivamente in attesa» di vivere di musica e di crescere artisticamente. «L’album è stratificato, contiene canzoni degli ultimi cinque anni, con linee vocali nate per gli strumenti e poi cantate. Ora devo pensare più alla voce».