Il difetto ti fa bella con Ermanna Serpe

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Le creazioni della designer cosentina esaltano le imperfezioni del corpo.

di Antonio Sergi

Le creazioni di Ermanna Serpe, stilista e designer estrosa e stupefacente, sono indipendenti nell’accezione più stretta del termine, perché libere da ogni schema e barriera convenzionale. L’artista cosentina si equipara, si riconosce e si specchia nella vera innovazione. Ama proporre, anche in maniera provocatoria, la soggettività. Utilizza come mezzi espressivi il fisico e le individualità di ognuno, esaltandone i ‘difetti’.

“Siamo l’abito che indossiamo. Chiunque dovrebbe vestire a seconda della propria personalità”, afferma l’originale e fantasiosa designer che aggiunge: “le aziende di moda propinano un modello di uomo e donna universali, a me piace la diversità e la singolarità di ogni corpo”.

Ha dato vita all’atelier In cauda venenum nel quale, al di là della realizzazione di opere, attraverso i suoi lavori, ha la capacità di avvolgere e coinvolgere il cliente. Il tessuto che predilige è la seta, in particolare il Mikado, quello più confacente al suo stile ‘architettonico’.

Non si può che rimanere ammirati e compiacersi della visione delle ideazioni di Ermanna Serpe. Sovente Larissa Volpentesta è la modella che indossa gli abiti inediti della creativa stilista, la cui grande passione è il capo sartoriale unico. Consapevole del fatto che i temi e le suggestioni di qualsiasi genere non vanno mai buttate via, genera creazioni che si dipanano in un intreccio coinvolgente di impulsi, sensazioni e stati d’animo che sono l’essenza del design, pregno di quell’estro che è ispirazione ed espressione di ricerca del nuovo, realizzato attraverso disciplina e rigore artistico, paradossalmente necessari per la libera espressione della creatività.

Con grande eleganza, anche i luoghi della memoria ritornano. Richiami e reminiscenze che, sbirciando nell’archivio del cuore, fanno di Ermanna Serpe una designer unica, capace di legare in maniera icastica e abile tecnica e trasporto dei sensi, per inebriare attraverso una sinestesia armonica, come un sottile filo aureo con cui ricama e tiene insieme le parti dello spirito.