Con Senzioni il pop si veste di country

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Nel suo cd il folksinger rilegge classici della Nannini, di Battisti, della PFM.

di Antonio Lodetti

Di professione fa il folksinger. Ha iniziato nella Brera milanese di fine anni Settanta, quando intratteneva il pubblico notturno con i brani di Neil Young, di James Taylor, degli Eagles. Max Senzioni è sempre rimasto fedele al folk e al country, alla musica della West Coast. «Ascoltavo Battisti ma da piccolo, in crociera in Grecia con i miei genitori, ascoltai per la prima volta Heart of Gold di Neil Young e fu la folgorazione». Da allora s’è nutrito di musica americana passando dalla versione acustica targata Bob Dylan di Mr Tambourine Man alla rivisitazione elettrica dei Byrds, facendo conoscere i classici americani a un pubblico sempre più vasto. Esperto chitarrista e cantante poliedrico, Senzioni è stato per anni la voce della band di Colpo grosso di Umberto Smaila e soprattutto del Passaparola di Gerry Scotti.

Ha suonato di tutto, senza mai tradire il suo amore per il folk, e ora gli è venuta l’idea giusta. Ha messo insieme una band, ha convocato il prestigioso Lucio Fabbri al violino, e ha inciso Partenze e arrivi, l’album in cui rivisita in versione country, bluegrass, cajun e in tutte le sfumature del folk americano brani come Impressioni di settembre, Io ho in mente te, Bello e impossibile (di cui circola su youtube un bel video ‘vintage’), Pietre e persino Porta Romana, che Max considera «un vero traditional italiano e il fiore all’occhiello dell’album». Il cd, pubblicato dalla Enri Productions, si trova su tutte le piattaforme digitali, da iTunes a Spotify, ma non ancora nei negozi. E Senzioni sta (giustamente) cercando di piazzarlo, anche se il mercato musicale è quello che è.

Ma lui punta molto sugli spettacoli dal vivo. «Con la band stiamo provando. Abbiamo ottenuto un buon successo in una serata al Casinò di Campione ma bisogna trovare la continuità. Vorrei organizzare alcune serate però con un gruppo di sei elementi non è facile. Forse sarebbe più semplice fare un altro tipo di musica o la cover band, ma io sono diverso, stravolgo questi brani e li porto nei territori della musica popolare americana. Ho iniziato pubblicando come singolo C’era un ragazzo in versione ballata alla Dylan o alla Woody Guthrie che è stata accolta molto bene e trasmessa a lungo da RadioItalia. Poi la strada si è fatta più difficile ma io credo molto in questo prodotto. Ho fatto con il folk quello che Giuliano Palma fa con il reggae e con lo ska».