Loccisano e il moto perpetuo della chitarra battente

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10968141_904887196208880_1379079303_n«Ho bisogno dell’energico moto perpetuo del mio mare». Se chiedete a Francesco Loccisano perché abbia scelto di restare a Marina di Gioiosa Ionica, la risposta passa prima dal gesto muto e significativo della mano che indica l’albero d’arancio fuori dalla sua finestra. La scelta del precoce polistrumentista di continuare il percorso evolutivo nella sua Calabria, non ha mai rappresentato un ostacolo: «È la mia normalità. Ho iniziato a nove anni quando – già abile a imbracciare la chitarra elettrica – supportato dal mio maestro di musica, insieme a dei coetanei ho fondato una cover band. Ci esibivamo anche in Sicilia e, per la prima volta, ho compreso l’importanza di uscire dal proprio perimetro e la bellezza del farne ritorno».
In bilico nell’infanzia tra il classico e l’elettrico, facendosi tentare da qualsiasi strumento gli capitasse sottomano, al settimo anno di studio al Conservatorio Francesco si è fatto sedurre dall’arcaica magia della chitarra battente: «Ho incominciato a strimpellarla con enormi pregiudizi; dagli arpeggi, però, mi sono subito accorto che il risultato era nettamente superiore alla chitarra classica. Rimasi estasiato.

Eugenio Bennato mi incoraggiò a proseguire nella direzione di quello strumento che – diffondendosi tra il 1600 e il 1700 – si fregiò di un’incalcolabile popolarità fra le nobili corti, le realtà contadine e i poli culturali. La chitarra battente non è di origine meridionale, ma di adozione. Proviene dalla chitarra barocca che si sviluppò in Spagna, Francia e Italia grazie alle eccelse doti del maestro Francesco Corbetta». Una scelta vincente? «Sì, sono stato il primo a portarla sul palco del teatro Ariston di Sanremo, accompagnando Eugenio, e a partecipare all’Acoustic Guitar Meeting di Sarzana dove con il compianto Bob Brozman abbiamo messo in piedi un repertorio in equilibrio fra chitarra battente e dobro. Ricordo Zucchero Fornaciari, seduto in prima fila, che osservava il mio strumento con famelica curiosità». La collaborazione più interessante? «Quella con Vinicio Capossela. La prima volta mi ha catapultato sul palcoscenico di un suo concerto al Petruzzelli di Bari senza concedermi uno straccio di prova. Dopo svariate esperienze live, da qualche mese stiamo lavorando ad alcuni brani del suo prossimo album».
Pur sempre ben dissociato dalla tradizione, cosa ci riserverà ancora Francesco Loccisano? «Di imminente uscita, il mio metodo per chitarra battente – prodotto e distribuito da fingerpicking.net – contenente partiture, tablature e dvd. C’è un discorso aperto con Gianna Nannini perché la curiosità per la chitarra battente ha raggiunto anche lei. E poi continuerò a lavorare per quindici ore al giorno, anche a costo di rompermi i denti, per mantenere sempre alto il livello della mia musica»