La mostra Just My Imagination di Fabio Ferrari, allestita dal 21 al 27 novembre presso lo Spazio Ex Fornace di Milano, rappresenta uno degli eventi della Milano Music Week 2024. Curata da Luciano Bolzoni, l’esposizione raccoglie oltre trenta tele dedicate ai miti del rock, con particolare attenzione agli anni ’70, celebrando un’epoca che ha plasmato la cultura musicale e sociale.
Luciano Bolzoni, che ne ha curato anche il catalogo, descrive la mostra come un viaggio, in cui Ferrari, attraverso i volti dei suoi miti musicali, si racconta in modo intimo e personale. Il rock non è solo musica, ma diventa il mezzo per esplorare stati d’animo, ricordi e visioni, trasformando la pittura in uno specchio dell’interiorità dell’artista: “Con la scusa di mostrarci l’essenza ed il volto del rock, Ferrari ci regala, in realtà, il suo volto interiore che lui stesso chiama viaggio.”
Ferrari, grande amante del vinile, trasforma il suo legame personale con la musica in un viaggio artistico che esplora l’essenza del rock attraverso i ritratti di artisti come Mick Jagger, David Bowie, Tina Turner, Prince e Frank Zappa. “Tutti i protagonisti dei miei quadri,” spiega l’artista, “hanno saputo interpretare e raccontare gli stati d’animo, le pulsioni e le ribellioni di intere generazioni, legando la loro musica a periodi storici e contesti socioculturali ben definiti.”
Questa visione si riflette pienamente nelle opere di Fabio Ferrari, che vanno oltre la celebrazione iconografica dei protagonisti del rock per esplorarne l’essenza più profonda. Attraverso i suoi ritratti, Ferrari mette in luce il potere del rock come strumento di sfida culturale e sociale: una forma d’arte capace di rompere convenzioni, dare voce a chi ne è privo e canalizzare emozioni grezze trasformandole in energia creativa.
I dipinti non si limitano a rappresentare la musica come semplice espressione artistica, ma la reinterpretano come forza culturale e rivoluzionaria, in grado di influenzare e ridefinire le identità collettive. Le sue opere incarnano il rock come fenomeno universale, in cui la ribellione diventa sinonimo di libertà e il senso di appartenenza emerge come simbolo di connessione umana. Ferrari sottolinea il ruolo del rock nella trasformazione della società, mostrando come abbia plasmato il pensiero di intere generazioni, accompagnandole nel processo di riscoperta di sé e del proprio posto nel mondo.
La sua arte, quindi, non è solo celebrazione, ma un’indagine sulle dinamiche emotive e culturali che hanno reso il rock un linguaggio universale, capace di lasciare un’impronta indelebile nella storia.
Il programma si intreccia con il lancio del libro “La Bottega del Caos” di Beppe Carella e Fabio Degli Esposti, che verrà presentato sabato 23 novembre 2024 alle ore 16:00. Questa pubblicazione esplora il concetto di caos come motore creativo, collegandolo al mondo dell’arte, della musica e della cultura contemporanea, con uno spazio dedicato ai ritratti rock di Ferrari.
La frase di Pete Townshend, “Il rock non eliminerà i tuoi problemi, ma ti permetterà di ballarci sopra,” cattura perfettamente lo spirito della mostra “JUST MY IMAGINATION” di Fabio Ferrari. In effetti, la mostra si presenta come un viaggio sensoriale attraverso l’universo del rock, dove la musica diventa un atto di liberazione e di espressione, trascendendo i limiti fisici e culturali per diventare arte pura.
L’arte di Ferrari non si limita a celebrarne i protagonisti, ma esplora il lato emotivo e trasformativo del rock, mettendo in evidenza come la musica abbia il potere di dare un senso di appartenenza, di resistenza e di empowerment.
La mostra diventa così un incontro tra la ribellione, la passione e la libertà: un invito a immergersi in un’esperienza collettiva dove la musica e l’arte si intrecciano, offrendo al pubblico non solo una visione dei miti del rock, ma anche un percorso di introspezione personale. In questo senso, la frase di Townshend, che esprime come la musica possa alleviare e distogliere dalle difficoltà, diventa il perfetto manifesto di “JUST MY IMAGINATION”, un’esperienza che trascende le sue radici musicali per diventare un inno alla libertà di essere sé stessi, di riscoprirsi attraverso il suono e la visione.