Il nuovo libro di Isabella Cesarini, Le piace Proust? (uscito per 96, rue de-La-Fontaine), è un’opera che intreccia la biografia immaginaria e il memoir, dando voce all’intensa vita della scrittrice francese Françoise Sagan. Riprendendo la struttura di un diario interiore e confidenziale, il romanzo è un affresco della Parigi del dopoguerra e della vivace scena culturale che Sagan ha frequentato, omaggiando, al contempo, le fonti letterarie che l’hanno ispirata. Attraverso l’immaginario intimo di Sagan, Cesarini offre uno sguardo ravvicinato su una delle figure più affascinanti della letteratura del XX secolo.
A partire dal titolo, Cesarini gioca con il parallelismo fra Sagan e Marcel Proust: il riferimento a Le piace Brahms? si trasforma qui in una domanda sull’autore che più ha influenzato il suo pensiero. Marcel Proust, l’artefice della Recherche, è infatti una figura chiave nella vita di Sagan, al punto che in vita rinunciò al cognome paterno Quoirez in favore di Sagan, riprendendo il nome della principessa che appare fugacemente nel capolavoro proustiano. Nella costruzione della memoria proustiana, Cesarini riscopre l’importanza di un vissuto di “corpo e carne”: un corpo segnato dal tempo ma desiderante, attraverso la scrittura.
Il basso continuo del memoir è la passione per la parola. E quella che, per mutuare un’espressione che anni e anni fa durante un ciclo di lezioni all’Università degli Studi di Milano incentrate sulle idee sensibili soprattutto in relazione a Marcel Proust e Maurice Merleau-Ponty, il prof. Mauro Carbone chiamava “idea sensibile” o “essenza carnale”. Lo possiamo riscontrare in questo passo di Cesarini/Sagan:
“Ho sempre immaginato le donne capaci di scrivere come coloro che hanno esplorato intimamente la propria carne […]. Il piacere come la costruzione della frase bella sovrintende a quell’orgasmo che per un istante rende immortali”
Situata nel suo maniero in Normandia e consapevole dell’ineluttabilità della fine, Sagan ripercorre la sua vita fuori dagli schemi e i volti che l’hanno segnata, alternando i ricordi con riflessioni letterarie e sentimentali. Amici illustri come Jean-Paul Sartre e Bernard Frank, compagni di battaglia culturale come Florence Malraux e Jean Seberg, amori complessi e travagliati come quelli con Guy Schoeller, Peggy Roche e Ingrid Méchoulam si materializzano nelle pagine come tasselli di una vita vissuta con intensità, sospesa tra la passione e la ricerca continua del significato.
Con uno stile intimo ma volutamente costruito, Cesarini rende omaggio a un personaggio che è stato simbolo di un’estetica dell’eccesso, porremmo dire, magari dannunziana in senso lato: una “charmant petit monstre”, come la definivano, ma anche una donna e un’artista che ha il diritto di essere ricordata per il suo contributo letterario e, perché no, per quelli che coloro-che-ben-pensano di ieri e di oggi chiamano gli eccessi.
Isabella Cesarini riesce a costruire un’opera che fonde l’erudizione con la narrativa, e Le piace Proust? si impone come un omaggio intellettuale e poetico a una figura complessa. Dopo aver esplorato la figura di Clarice Lispector e analizzato anime inquiete e mitiche del cinema, l’autrice romana aggiunge un ulteriore tassello al suo percorso. La sua capacità di dare vita a personaggi in bilico tra realtà e finzione è chiara, così come l’intento di far riflettere il lettore sull’importanza della memoria e della scrittura come “ultima ragione di vita”, come dice la stessa Sagan.
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Il libro, accompagnato da un contributo inedito di Pasquale Panella, offre una lettura coinvolgente e non si limita a essere una semplice biografia romanzata, ma si sviluppa come una vera e propria esplorazione emotiva e culturale. Le piace Proust? è un’opera destinata a chiunque desideri immergersi nella nostalgia e nei ricordi di un’epoca ormai passata, ma ancora vivissima nella mente e nella penna di una scrittrice che, come Sagan, non ha mai smesso di cercare l’infinito in ogni piccolo suono.
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