Notte magica nel cosmo luminoso di Nino Alfieri

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Notte magica nel cosmo luminoso di Nino Alfieri
Nino Alfieri, Arcobaleno Balestra con UV

Nino Alfieri è un indagatore del Cosmo, di quell’ “immenso” di cui parla Johann Wolfgang von Ghoete, archeologo visivo ed esploratore del Nulla che nelle sue manifestazioni epifaniche tenta attraverso la luce di ricongiungersi con l’idea dell’Universo e di reinterpretare la sacralità della Natura.

Le sue forme organiche dalle misure variabili in terracotta o legno combusto, inscritte dal buio verso la luce, sono propulsori di energia, e a Coblenza, in occasione della Notte dei Musei, nel suo cosmo fototropico è approdato l’artista e musicista Frank von Hafen , dove insieme nello spazio espositivo Koblenzer Kunstverein e.V hanno fatto scintille con performance ipnotiche, dando vita a forme a gesti fotosensibili, capaci di tracciare mappature spaziali con forme germinanti.

Con una serie di opere raccolte nella mostra Semi e ombre di luce, tutte diverse, grazie a colori retroriflettenti Nino Alfieri stupisce il pubblico con bassorilievi a parete sui generis che rispondono sia alla luce naturale che a quella artificiale: sembrano esserci LED accesi, ma in realtà non ci sono affatto e conquista i tedeschi da sempre attratti dal rapporto tra arte e filosofia. Le sue ombre luminose eccitate dalla luce ultravioletta, ammantate dall’oscurità, sono ispirate a materiali fossili , microrganismi, amigdale e strumenti arcaici, puntali di aratro, strumenti arcaici che assemblate e combinate tra loro creano forme idrodinamici simili a creature marine.

Alfieri da sempre utilizza materiali diversi come terrecotte, plexiglass, amigdala e luce Wood o a incandescenza, passando alla luce infrarossi, in cui spazio, gesto e segno si fanno sostanza, presenza e rivelazione. A Coblenza spicca Congiunzione, scultura che indica un punto di coesione tra i due colori dell’arcobaleno, il rosso e il violetto noto come Rosso Antico, il Porpora, un colore che non è presente fra le radiazioni dello spettro luminoso , in cui metaforicamente recuperiamo l’energia salvifica che noi e la terra conteniamo.

Alfieri e Frank von Hafen hanno sedotto oltre quattrocento persone, inscenando performance di spazi oltre la materia, dentro il buio dove nasce la luce e alla ricerca dell’armonia del Cosmo. Alfieri seguendo le ipotesi di Kant condivide l’idea che agli albori del mondo vi sia stata una dispersione universale di energia, tesa verso il Nulla, attraverso luci dinamiche, pitture fotosensibili e frequenze luminose rigeneranti, con l’obiettivo mappare dinamismi geologici astrali.

Complice il laser, gesti e suoni condivisi con Frank von Hafen, gli artisti uniti da “affinità elettive” che per notti magiche hanno tracciato composizioni di utopie geografiche di un altrove visibile, verso l’assoluto. Frank von Hafen con le arpe di laser Laserharfe e le reinterpretazioni dei semi, opere chiamate Light Seeds di Alfieri hanno materializzato contatti luminescenti incastonati nel buio che orientano e spiazzano la nostra percezione in bilico tra organico e immateriale, che si fanno segno, luce e suono di prepotente e magmatica energia vitale.

Le Ombre Luminose sono date dal colore riflesso sulla parete espositiva. Il colore si riflette sia con la luce naturale che con quella artificiale con evidenza pur non essendoci led dietro alle sculture. La retroriflessione colorata delle sculture reagisce fortemente se è eccitata dalla luce ultravioletta in ambiente buio.

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