Lo scorso 1° agosto, alla sesta giornata dell’International Imago Film Festival, è stato presentato in anteprima assoluta il f , prodotto da Lucia Macale. Protagonisti Vanessa Gravina e Leandro Amato nei panni rispettivamente di Teresa e Vittorio. La trama è semplice e al tempo stesso ricca di profondità e metafore poetiche: Teresa passa tutte le mattine da Vittorio, suo panificatore del cuore. Insieme riflettono sulla vita e le sue mille declinazioni. La lentezza e la godibilità dell’arte del pane diventano quindi un ambiente unico e privilegiato per scambiare sentimenti, sogni, valori e tanta umanità. “C’era bisogno di un luogo circoscritto, intimo, in cui si potesse girare la storia che si svolge di notte”, spiega Claudio Rossi Massimi. “Il pane è l’elemento fondamentale e più antico della vita dell’uomo, quello che ha più riferimenti culturali e religiosi. Il forno si prestava in modo particolare”, continua il regista. Abbiamo quindi intervistato Vanessa Gravina e Leandro Amato, coppia nella vita e sul palcoscenico.
Leandro e Vanessa, partiamo dai vostri personaggi. Chi sono?
Leandro: Vittorio è un personaggio che mi assomiglia molto: anche quando sorride porta con sé una malinconia involontaria. Mi è piaciuto molto interpretarlo perché oltretutto è un romantico e non lo denuncia, o perlomeno si nasconde. È un uomo coerente con un senso della vita onesto, il riscatto è proprio nell’orgoglio consapevole di vivere una vita in solitudine ma di amare l’umanità delle persone che incontra.
Vanessa: Teresa è una donna dal cuore semplice e molto profondo. Una donna perbene, sposata con un marito con cui non ha più comunicazione ma che lei ha deciso di consacrare quale uomo della propria vita. Sarebbe disponibile a cominciare un percorso insieme a Vittorio, che probabilmente rappresenta il vero uomo della sua vita. Lui, però, non sembra realmente convinto a fare il passo decisivo e così anche Teresa appare impossibilitata a spiccare il volo. Il finale è comunque aperto a diverse interpretazioni.
Esiste davvero la regola per cui in amore vince chi fugge o così c’è il rischio di andare sempre troppo di corsa?
Leandro: È una regola veritiera per quelli che non hanno una maturità nel vivere l’amore, ma quando si arriva ad un certo punto della vita si riconoscono tanti meccanismi e strategie, che in realtà fanno molta fatica se non si incontra una persona che vuole fare lo stesso percorso e condividere l’amore reciproco. Se ciò non accade, meglio camminare da soli.
È un film che racconta, tra le altre cose, anche la tradizione e il modo di fare il pane come una volta. E invece amare come una volta, godendone tutte le sfumature, è ancora possibile?
Vanessa: Credo di sì. Amare nel senso più profondo e assoluto penso non sia utopistico. È una questione di volontà e di priorità delle scelte personali. L’unica cosa reale di cui disponiamo in questo mondo è l’amore: tutto il resto è una grande illusione.
Qual è la ricetta?