“Agapanto”. Trenta opere in mostra sul legame tra uomo e natura

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Il 2 giugno sarà ospitata a Palazzo Nicolosio Lomellino, tra i più affascinanti Palazzi dei Rolli di Genova, la nuova mostra di Francesco Diluca Agapanto. Il titolo della mostra è proprio dedicato all’omonimo fiore, che sboccerà nel parco del Palazzo proprio nel periodo della mostra, noto per il suo inconfondibile blu. Per la prima volta tutti gli spazi del palazzo, dalle antiche sale cinquecentesche, al conosciuto ninfeo e al lussureggiante giardino, accoglieranno l’intervento di un artista contemporaneo e il curatore della mostra Ernesto Giuntini, sceneggiatore e scrittore.

Il tema è presto detto, anche lasciandosi ispirare dal colore del fiore agapanto: al centro di questa raccolta di circa trenta opere inedite, tra sculture e tele, ci sarà una profonda riflessione sui temi che riguardano l’uomo, la scienza, la natura ed in particolare il mare.

Diluca, da sempre attratto dalla varietà di queste tematiche, entrerà così in stretto rapporto con le stanze della nobile dimora, popolate di rappresentazioni di coralli e microrganismi, come vero e proprio omaggio alla bellezza della vita sottomarina, ma anche alla storia del palazzo e della famiglia Lomellino, impegnata nel Cinquecento nel commercio dei coralli. Inoltre, la raffinatezza cromatica dei pannelli che compongono l’installazione potrà essere ammirata anche oltre il termine della mostra, il 16 Luglio, accompagnando così il tempo della fioritura e il decadimento del fiore dell’agapanto.

Il curatore della mostra ha sottolineato che non sarà solo l’arte di Francesco Diluca a farci riscoprire il nostro ruolo nell’ecosistema, ma anche la grammatica visionaria delle opere, utile a fornire una chiave di lettura profonda ed emozionante della vastità naturale che ci sarebbe preclusa in quanto limitatamente umani, e che invece con Agapanto sembra dischiudersi in tutte le sue possibilità. A tale proposito, ad assumere un ruolo particolare saranno le sculture in ferro e rame della serie Rusticles ispirate all’omonimo microrganismo – scoperto sul relitto del Titanic nel 1986 – che si nutre di ossido di ferro velocizzando il processo di corrosione: una creatura che aiuta a ripristinare l’ambiente naturale. Con la sua capacità di combinare elementi diversi in una sintesi armonica, l’artista infatti si proporrà di offrire una visione sorprendente del mondo che ci circonda, aprendo nuove possibilità di esplorazione e di scoperta.