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Le opere dell’artista al MEAM di Barcellona sono “un antidoto alla pietrificazione del mondo”
Leggera come un Battito d’ali: l’opera di Paola Salomè, esposta al MEAM di Barcellona in occasione della seconda tappa del Tour Europeo organizzato dalla Fondazione EffettoArte, esprime a pieno la poetica dell’autrice, vivace ed ottimista, e fa emozionare anche il presidente della fondazione, Sandro Serradifalco, ideatore del progetto.
Paola, traendo ispirazione dall’osservazione della natura, attraverso un segno preciso e pulito che contraddistingue la sua maniera stilizzata dai colori briosi, riproduce le forme di un albero che con la molteplicità dei suoi rami vuole simboleggiare le diverse direzioni che la vita può prendere: occasioni, incontri, scelte, ma soprattutto quegli attimi di felicità fugaci rappresentati dalle variopinte farfalle, splendido contrappunto cromatico su un cielo azzurro intervallato da una sfumata trama bronzata, quegli attimi felici per i quali vale la pena vivere.
Leit motiv della produzione di Paola Salomè è proprio la felicità, la leggerezza, intesa come qualità di spirito e non come volubilità, ma una leggerezza come levità, che diviene, per dirla con parole di Italo Calvino, “un antidoto alla pietrificazione del mondo e alla sua opacizzazione”. Niente di opaco o di pietrificato troviamo nelle opere, nel percorso e nella stessa concezione della vita di Paola Salomè.
La profonda sensibilità e gioia di vivere che caratterizza la sua persona viene espressa con la trasposizione su tela di quella luminosità che scaturisce dal suo stesso animo, di quel senso dell’estetica che le permette di comunicare con immediatezza i suoi sentimenti, la sua energia positiva, aprendo davanti all’osservatore spiragli di serenità espressi con un idioma che rende il suo stile immediatamente riconoscibile.
La stessa velocità con la quale Paola arriva ad essere riconosciuta come artista a livelli nazionali ed internazionali ci lascia col fiato sospeso: circa due anni fa decide di dar sfogo alla sua passione artistica e di venire allo scoperto, io stessa riconoscendone il talento l’ho selezionata nell’ambito di un progetto dedicato a Vittorio Sgarbi e ho curato la sua mostra personale La Gioia di Vivere a Colori.
Da allora mostre, interviste, lo stesso Vittorio Sgarbi l’ha riconosciuta come artista post naïf determinandone una tale visibilità mediatica che la porta fino all’esposizione di una sua opera presso il padiglione Grenada della Biennale di Venezia. Un’arte che si compone di un’impaginazione volutamente semplificata quella di Paola Salomè, che va dritta al cuore e sale sempre più su, con leggerezza, con eleganza, con la naturalezza e la disinvoltura di un battito d’ali.
Paola Salomè lavora come architetto da venticinque anni. La sua vita è stata sempre circondata dall’arte, in quanto il padre era pittore e la madre scultrice. Dai genitori ha compreso attraverso la creatività e l’estro come poter esprimere al meglio le sue emozioni. Si è avvicinata alla pittura in modo sporadico nel corso degli anni, ma da marzo 2020 ha riscoperto questa passione. L’emozione del suo sguardo nei confronti del mondo esterno si traduce nei colori sulla tela. Trae quindi ispirazione dalla visione positiva che ha della vita, l’ottimismo, la felicità, l’amore, la passione, l’entusiasmo, la meraviglia, la speranza e la fede sono i canali attraverso i quali cerca di esprimersi.