Sicignano:”Con Sarsì riscopro con sguardo poetico la mia città, Genova”

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Una città dalle mille anime, con i suoi quartieri e la sua gente viene narrata in musica in “Sarsì”, nuovo progetto artistico di Laura Sicignano  presentato il 15 dicembre scorso al Teatro del Ponente del capoluogo ligure, prima di uscire su cd il 30 dicembre prossimo. Prodotto da Teatro Cargo col sostegno del Ministero della Cultura e del Comune di Genova, lo spettacolo tocca zone storiche della città, da Cornigliano a Nervi passando per il centro storico, fino alla tappa conclusiva dei vicoli, attraverso le canzoni scritte dalla Sicignano e musicate da Giacomo Gianetta, Filo Q, Edmondo Romano e Matteo Spanò. Le voci sono quelle di Giulia Beatini, Simona Fasano e Lydia Giordano e le immagini video di Luca Serra. Un ritorno a casa per la regista e drammaturga, dopo i quattro anni in cui ha diretto il Teatro Stabile di Catania. “Con “Sarsì” cerco di ritrovare la mia città, che presenta una stratificazione di architetture, popolazioni, tradizioni, da riscoprire – ci dice –  La provenienza di tutte le persone coinvolte nel progetto lo rende innovativo e un po’ fuori dagli schemi, orientato principalmente a raccontare le periferie come aree geografiche, non in senso dispregiativo. Genova è infatti un po’ tutto e un po’ nulla, perché ogni quartiere ha un’identità fortissima, con un territorio e un carattere proprio. Una città a piccolo sul mare, aspra, dura, verticale, di cui offriamo uno sguardo poetico”.

“Sarsì ” in genovese vuol dire “rammendare” e la stratificazione stilistica di musica, canto e video è coerente con questo racconto di una città altrettanto stratificata. Come è nata l’idea?

“Ho avuto la fortuna di collaborare con dei compositori straordinari in teatro, che mi hanno accompagnata nelle regie degli ultimi dieci anni, come autori di musiche originali. Volevo metterli insieme, e così è nata l’idea del disco, dove ho un ruolo di regia e autrice dei testi delle sette canzoni che loro hanno realizzato contaminando i loro specifici stili”.

La musica è infatti parte integrante del racconto per la varietà stilistica e i testi incentrati sulle storie dei singoli quartieri…

“Sono compositori provenienti da mondi diversi, differenti anche per età ed esperienze, che si sono scambiati gli stili musicali, dall’elettronica alla musica sperimentale contemporanea fino all’etnica. La parte musicale inoltre gioca col pop e con una tradizione diversa da quella del cantautorato genovese e dell’attuale scena rap. Nelle canzoni si raccontano in prima persona storie d’amore con personaggi femminili, eseguite a turno da tre cantanti con un forte legame col teatro e una formazione vocale classica. In “Cornigliano”, ad esempio, si parla di una giovane innamorata follemente di un uomo più adulto, al punto da perseguitarlo. O ancora in “Nervi” di una donna abbandonata in cerca di promesse mai mantenute, in questo posto meraviglioso fatto di vento, mare e navi splendide”. 

I laboratori nelle biblioteche civiche della città sono stati fondamentali per la realizzazione del disco. Che emozioni vi ha lasciato questa esperienza?

“E’ stata una tappa importante per avere un’idea poetica dei quartieri, che si è rivelata bellissima e fonte di stupore. Ad esempio, Sampierdarena ha perso il suo affaccio al mare, per cui diverse persone ci hanno raccontato dei nonni immigrati la cui casa veniva invasa dal mare in tempesta; oggi il mare non lo vedono più, ma lo immaginano, è rimasto in loro. Abbiamo riscontrato uno spirito battagliero in alcuni quartieri e malinconico in altri, come in quelli del Levante, residenziali e affacciati al mare, dal fascino un po’ tormentato”.