Sara Forte, “Fragile” come la Bellezza

0

“Fragile” lo vediamo stampigliato sulla casse che contengono materiale, d’arte e non solo, da maneggiare con estrema cura durante il trasporto e l’allestimento. E infatti le 40 opere tridimensionali di Sara Forte, che potremo vedere da oggi al primo piano della Sala Eventi di Palazzo Pirelli a Milano in occasione della sua personale, Fragile, hanno questo di caratteristico: vetri, modellati con il maestro vetraio di Murano Giovanni Nicola, che denotano il concetto di effimero nell’estetica: è la fragilità della bellezza, bellezza, e tu non puoi farci niente.

In mostra vedremo una serie di murrine che ricevono come una metamorfosi a mò di vesti, flessuosamente lievi e aeree come le Città invisibili di Calvino, quelle città sottili che lo scrittore immaginava come nuove metropoli, aeree come i sogni. Qui, dalla mostra si impiantano alcune tele della Forte che fanno capo alle serie Kósmos e Argo che per reminiscenza si riaccompagnano alla pittura aniconica con quei “cieli non cieli” (dal c.s. della mostra, n.d.r.) che ritroviamo per esempio nella produzione di un Ettore Spalletti: “estensioni di colore (i viola, gli aranci, i blu, i rosa…) talora piatti, talora con rare sfumature su cui si innervano curve sinusoidali e frattali, o preziosi innesti di vetro a recuperare forme organiche, quasi con intenti barocchi” (dal c.s. della mostra, n.d.r.).

Completa la mostra la produzione a cui ci aveva abituato Sara Forte, con quel “modulo grafico”, il cartiglio che è “primus movens della sua creazione pittorica” – scrive il curatore della mostra Angelo Crespi – “una determinata forma ancestrale che ricorda le ellissi di Angelo Bozzola, il loro carattere germinativo, pulsante, primordiale, su cui si innestano altre forme più geometriche soprattutto il cerchio (si veda la serie dei silici)”.

BIOGRAFIA

Sara Forte nasce nel 1978 a Verbania. Autodidatta, fin da giovanissima si dedica alla pittura, e perfeziona la tecnica sperimentando tutte le pratiche pittoriche dal disegno con grafite, pastelli ad olio e sanguigne all’incisione a punta secca, maniera nera e acquaforte, approdando alle soluzioni ad olio e in acrilico. Quella che era solo una passione diventa una professione e tutto ciò che propone è frutto della sua personale esperienza e ricerca. Un equilibrio di forme e colori, tradizione pittorica e innovazione sono gli elementi sempre presenti nelle opere dell’artista. Al gioco iniziale del gesto dettato dall’ispirazione si è via via sostituito un segno che va alla ricerca di una pittura che possa farsi tramite di messaggi universali. Il segno espresso dalle forme delle opere è mutato in funzione di una sorta di nouvelle vague simbolico-astratta che è divenuta, ormai, cifra riconoscibile della sensibilità dell’artista: una figura che si attorciglia, che la Forte chiama “papiro” e che nasce in foggia di metafora dell’essere umano, del suo costante vivere in fieri, in una incessante evoluzione.