Artemisia Gentileschi, in mostra e recuperate le opere del suo soggiorno napoletano

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Restauro dell'opera di Artemisia Gentileschi

Ci sarà anche l’opera di Artemisia Gentileschi “I santi Procolo e Nicea” come tutti gli altri dipinti provenienti dalla quadreria della cattedrale del Rione Terra di Pozzuoli coinvolti nell’evento catastrofico dell’incendio del 1964, alla mostra dedicata al soggiorno napoletano della pittrice che si terrà alle Gallerie d’Italia di Napoli dal prossimo 3 dicembre. Le restauratrici dello Studio Ermes di Iriana Suprina Petrovic sono tuttora impegnate nelle ultime fasi degli interventi di reintegrazione pittorica delle lacune e al ripristino dell’originaria lettura della preziosissima opera alla quale potranno assistere al lavoro anche i visitatori di Puteoli Sacra: lavorando al cavalletto con tavolozza di colori in pigmento, le mancanze verranno integrate con velature eseguite a punta di pennello nel pieno rispetto della cromia originale.

Dopo essere stato in deposito presso la Soprintendenza di Napoli per circa cinquant’anni, la tela è ritornata dal 2014 nella sua collocazione originaria a seguito della riapertura al culto della cattedrale puteolana. Il dipinto raffigura i due martiri e fu realizzata ad olio su tela tra il 1636 e il 1637 su commissione del vescovo Martin de Léon Cardenas. Nella preziosissima quadreria seicentesca all’interno del percorso sono presenti anche altre due tele della pittrice -ossia San Gennaro nell’Anfiteatro, recentemente sposto alla National Gallery di Londra e L’Adorazione dei Magi – oltre ad opere di Giovanni Lanfranco, Cesare FracanzanoAgostino Beltrano, Massimo Stanzione, Paolo Finoglio e Jusepe de Ribera.

Prima artista donna a dipingere per la Chiesa e prima a frequentare un’Accademia di Arti e Disegno, Artemisia Gentileschi è un esempio di libertà, riscatto e perseveranza, figura che ben si presta a un percorso di valorizzazione del patrimonio culturale che opera per la rigenerazione sociale.

Puteoli Sacra è l’unico progetto in Europa che coinvolge i ragazzi e le donne provenienti da un’area penale nella gestione di un sito monumentale e archeologico, inaugurato il 25 giugno 2021.