Emanuele Franz ha recentemente dato alle stampe il saggio Pazzi di Dio. La santa follia da Diogene di Sinope agli stolti di Cristo, dai Veda ad Albert Einstein, pubblicato da Audax (241 pagine, 17 euro). Come scrive l’autore in appendice, “Non si può fare filosofia da dietro una scrivania, occorre scrivere solo ciò che si prova sulla pelle: ecco perché oggi non ci sono più filosofi, ma solo cantastorie”. Detto, fatto: dovendo parlare di follia e di uomini, il filosofo editore ha deciso di scrivere questo saggio vivendo in un bidone della spazzatura, vestendo un sacco di iuta e senza contare sul denaro.
Come un Diogene del XXI secolo. E come il filosofo che visse in una botte e andò per le piazze con un lanternino “cercando l’uomo”, così Franz l’uomo l’ha cercato nel mondo che sta là fuori dalla botte. Ottenendo scherno ma anche apprezzamento, soprattutto da parte dei bambini: sarà un caso? Annotava Platone nel Fedro cha la sapienza è dei folli: infatti diceva di essere un filosofo, cioè alla lettera “un amico della sapienza”. Dal suo punto di vista la saggezza/follia era dei poeti, degl’invasati (la famosa “mania”, cioè la “mantica”). E Franz, da matto, è stato preso: un po’ come quello Zarathustra che al mercato lo prendevano a pesci in faccia. Ma chi sono i veri matti? Quelli che non sono del mondo o quelli che lo sono? Questa citazione evangelica non è casuale, perché il senso della performance artistico filosofica di Franz sta tutto qui. Ed ecco che allora il denso librino appena uscito dalla botte è la sana follia di una scorribanda lungo la storia, dai pazzi di Dio a oggi: l’impazzamento lo abbiamo visto in fase pandemica e lo vediamo ahinoi in fase geopolitica. Non dicono che Putin è pazzo? E Zelens’kyj un invasato? E se invece i “regolari” fossero proprio questi, mentre la vera saggezza fosse in chi si finge matto per sopravvivere al mondo, guardando con celata, celatissima altezzosità i veri matti che sgomitano mentre la nave va giù? Da leggere, da leggere, da leggere.