“I viaggi di Giuditta” la bella Procida vista con gli occhi di una bambina

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Sullo sfondo l’isola Capitale della Cultura 2022 per una storia illustrata per i più piccoli. Un racconto, “I viaggi di Giuditta”, di una bambina di 7 anni che vive una vita piena di affetti. Un storia di Roberta Scotto Galletta, con le illustrazioni di Simone Prisco, è l’ultimo lavoro di Edizioni Fioranna che rivela le sfumature di Procida attraverso gli occhi di una bimba molto legata a suo nonno. Sono inseparabili, ma a un certo punto nonno Tommaso purtroppo si ammala. La mamma, per consolarla, le regala un oggetto molto caro al nonno: il suo quaderno di viaggio. Giuditta inizia così il suo percorso alla scoperta dell’isola, delle sue leggende e delle sue tradizioni. Viene avvolta da stelle che assomigliano a brillantini, limoneti millenari, falò scoppiettanti, alberi dalle folti chiome, casette colorate e imparerà per la prima volta ad affrontare se stessa e i suoi sentimenti. Il viaggio di Giuditta viene però interrotto dalla voce della mamma che la riporta alla realtà: forse il nonno si è ripreso e presto tornerà a casa? Tutti da scoprire, dunque “I viaggi di Giuditta” che “ritornò nella sua stanza. Prese un foglio e disegnò il sole, l’estate, il mare, quell’isola che avrebbe conosciuto”.

Roberta Scotto Galletta, autrice de “I viaggi di Giuditta”, classe 1977, menzione al Premio Calvino con “La Genìa”, racconta così: «Nato in tempo di Covid, il racconto mostra la ricerca di qualcosa, in questo caso nel diario di viaggio del nonno negli anni giovanili, che ci renda la persona cara vicina emotivamente. Quanti, nel Covid, hanno vissuto solitudini forzate dovute e prolungate positività, lontano dai propri cari? Anche ai bambini è capitato e si è trovato un modo per non soffrire troppo la mancanza. Giuditta attraversa lo sgomento, la paura e, alla fine, il sollievo attraverso il diario di viaggio ambientato a Procida, isola dell’attesa per eccellenza. Procida -continua Roberta- ha un destino di padri lontani sui mari del mondo e donne forti in grado di gestire tutto senza il conforto dei propri uomini. Ancora adesso ci sono padri che mancano da casa per diversi mesi l’anno e i bambini cercano conforto nei momenti vissuti insieme al genitore che, per necessità, lavora su navi lontane. Le tradizioni procidane affrontate nel libro sono le più intime dell’isola. La cura del corpo attraverso l’uso del limone, la saggezza femminile dell’attesa e dell’azione, i comandanti abituati ad affrontare i mari del mondo, il sentire religioso che pervade la vita di ogni isolano, il carcere che dà conforto al prigioniero attraverso la tessitura del lino e, non meno importante, la natura rigogliosa dell’isola di Vivara, polmone verde di Procida».

Le illustrazioni di Simone Prisco arricchiscono il volume di colori e tratti tipici delle zone di mare. Lui stesso spiega da dove nasce questa collaborazione: «Quando mi è stato presentato questo progetto, ho accettato subito. Sono nato a Pozzuoli e vivo a Bacoli, a due bracciate da Procida. Leggendo il racconto di Roberta ho rivisto tanto della mia gioventù e la voglia di trasferire il tutto in disegno è stata grande. Ho fatto così alcune prove -continua Prisco- tra acquerello e pastello, ma alla fine ho optato per la resa digitale che è riuscita a dare la giusta brillantezza, nonostante i tratti richiamino comunque un po’ il pastello». Un racconto che Simone sente molto suo: «Sono davvero entusiasta di partecipare a questo progetto in un anno magnifico per Procida Capitale della Cultura, accostare il mio nome al libro e a questo evento che dà lustro alla nostra zona è motivo di grande orgoglio».