Il sogno è il filo conduttore dell’ultima opera letterario di Stefano Duranti Poccetti, scrittore giornalista e poeta in quel della Toscana. E non per imperialismo geografico specifichiamo il luogo, perché la Toscana e in particolare la campagna è il palcoscenico di uno della serie di racconti di Johann Rubinstein e altri racconti (BYCarabba, Lanciano, 2022, 159 pagine, 18 euro), sorta di summa della poetica (in prosa) di Poccetti dove il protagonista è il sogno. Nel racconto intitolato La palla illuminata il protagonista realizza il suo ultimo desiderio, il desiderio di una vita fatta di amore “per la pittura rinascimentale italiana e le sonate di Galuppi, i paesaggi toscani, il sole che bagna con il suo fuoco i campi della campagna”. Che, in un altro dei racconti, Julien, viene eletta come “Luogo sacro. In campagna nascono sogni. La campagna non fa parte del mondo. Dimensione a sé stante, vive di Spirito e Natura”. Come scrive Elena Nesci in prefazione, questi racconti sono una sorta di viaggio alla riscoperta di noi stessi e hanno (anche) un valore terapeutico: possiamo tradurre ciò in un’esortazione del tipo “osa sognare”, o seguire la parole dello scrittore: “Non posso fare altro di aspettare il prossimo sogno. Lo vivrò, a costo di morire”. Un po’ di Hermann Hesse e un po’ di Orwell, perché in uno dei racconti (Divieto di caccia. Al fuoco si risponde col fuoco) all’opera c’è la straordinaria fantasia degli animali al potere. Ma non ve ne sveliamo il finale, né vi diciamo perché l’ultimo racconto si intitoli Infine. E soprattutto non vi diciamo perché diavolo Gertrude Stein sappia il motivo che ha spinto Poccetti a mettere in esergo a questa sua silloge di racconti una dedica proprio a lei. Lei sa.
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