Lidia Vitale: “Il mio lavoro è passione per la conoscenza e ricerca dell’essere umano”

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Ph. di Azzurra Primavera
Nel corso della sua lunga carriera ha raccolto numerose soddisfazioni, Lidia Vitale. Merito di una lunga gavetta e di uno straordinario talento. Versatile, entusiasta e sempre pronta a mettersi in gioco, l’attrice si racconta a cuore aperto al Giornale Off.
 
Raccontaci la tua esperienza sul set di “Ghiaccio” di Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis
 
Alessio e Fabrizio sono stati una squadra capace di creare armonia e unità sul set. L’esperienza ventennale di Alessio sui set combinata con la visione di Fabrizio hanno permesso che il progetto fosse esattamente come lo volevano. Grazie alla presenza di una produttrice intelligente e capace come Francesca Verdini hanno avuto la libertà di fare scelte autonome e funzionali. Mi sono divertita. Hanno trovato anche il tempo di farci degli scherzi sul set e mentre tu ti preparavi seriamente al ciak successivo ecco che all’azione ti trovavi al posto del personaggio che sarebbe dovuto esserci un buffo soggetto con casco da boxer e guantoni.
 
Rispetto ai precedenti che tassello della tua carriera rappresenta?
 
Ogni progetto ormai ho capito, è chiaro che arriva in armonia con il momento della vita che sto vivendo. Sono due anni che qualcosa si sta muovendo dentro di me verso un’apertura rispetto alle mie verità più profonde sempre più fluida. Ghiaccio è arrivato in questa ennesima apertura.
 
Generalmente, quando accetti a scatola chiusa un progetto?
Mai. Ho sempre bisogno di leggere il copione prima di tutto. È lì che il processo comincia. In passato l’ho fatto per dare una mano magari ad un amico e/o un progetto ma poi spesso mi sono trovata a fare il lavoro doppio e a non essere fino in fondo contenta del risultato. Oggi se scelgo di farlo pretendo di intervenire dalle prime fasi dello sviluppo.
 
Cosa, invece, ti spinge a rifiutare una proposta di lavoro?
Strasberg diceva che si dovrebbe scegliere un progetto in base a 3 requisiti: una crescita artistica, una crescita della carriera e i soldi. Se ci stanno tutti e tre è meglio, ma almeno due delle caratteristiche vanno soddisfatte.
 
Come nasce la tua passione per lo spettacolo?
A questo punto mi viene da dire che la mia è una passione per la conoscenza e la ricerca sull’essere umano. Il prodotto artistico è per me imprescindibile da questo. Oggi più che mai il mio lavoro risponde alla mia esigenza di far sentire la propria voce e aiutare le persone ad uscire dall’oscurità che imperversa. Poi sono una sognatrice…e questo è il mio sogno.
 
Quando hai capito che quella stessa passione si sarebbe potuta trasformare in un vero e proprio lavoro?
Tra le battaglie più importanti che ho dovuto affrontare in questo lungo percorso forse c’è quella di abbattere la credenza che non puoi guadagnare facendo quello che ti piace. Mi ricordo che a 18 anni andai da una donna che pratica il buddismo come me e le espressi questo mio desiderio di fare l’attrice e lei mi disse: “vatti ad aprire la partita IVA” (ahhahhah). Ho cercato sempre di mettere in azione il desiderio, di renderlo il più concreto possibile.
 
Tornando indietro, c’è qualcosa che non rifaresti?
Stare zitta o abbozzare un sorriso forzato di fronte ad alcune manifestazioni verbali o atteggiamenti maschili che spesso ho incontrato. Oggi non taccio più.
 
Nella vita di tutti i giorni, quando non lavori, come trascorri la quotidianità?
Faccio sport, pratico il buddismo, guardo film e serie, cerco di passare più tempo possibile nella natura e quando non posso mi prendo cura delle mie piante, del mio cane Tino. Per assurdo però tutto quello che faccio è per migliorare la qualità del mio lavoro.
 
Progetti all’orizzonte?
Come attrice sto aspettando risposte ma intanto ho già vinto il MIC per lo sviluppo della sceneggiatura di AMA’ che è un lungometraggio con cui vorrei debuttare alla regia e con cui stiamo già partecipando anche per lo sviluppo della produzione e mi dedico a creare le sinergie per poterlo realizzare al più presto dirigendo come protagonista Blu Yoshimi, mia figlia. Nel frattempo insegno e cerco di trasmettere il più possibile quello che ho avuto la fortuna di imparare avendo incontrato degli ttimi maestri nel mio percorso artistico.
 
In futuro, sul fronte professionale ma anche privato, quali altri obiettivi ti piacerebbe raggiungere?
Entro questi ormai vicini 50 anni vorrei davvero stabilizzare la mia carriera ed forse è anche arrivato il momento che si manifesti una bella storia d’amore e un compagno per condividere questa mia avventurosa vita in un percorso di crescita senza tempo.