“Cessate il fuoco!” Le opere di Mendoza in mostra a Napoli

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Dato il momento storico da cui nessuno può esimersi, una vera manifestazione pro Ucraina si evince dal titolo che l’artista americano Ryan Mendoza utilizza nel suo intervento artistico Putin my Putain, installato in collaborazione con il suo gallerista Luigi Solito, nello storico Spazio NEA a Napoli. La posizione assunta da Mendoza è chiaramente netta e chiara, un deciso “cessate il fuoco”, un tentativo di attivismo artistico che non lascia a spazio a fraintendimenti. Riprende una sua ricerca artistica iniziata sei anni fa, in risposta all’appello  dello scrittore Andrei Kurkov che ha esplicitamente richiesto agli artisti, soprattutto americani e tedeschi, di non rimanere ai margini della storia ma di prendere posizione sulla folle guerra inscenata da Putin, utilizzando l’arte come strumento di disappunto ed ostracismo ai crimini che si stanno compiendo.

Un progetto quello di Mendoza già esposto alla Camera Work Gallery di Berlino e per il quale era stato già critico nei confronti delle posizioni assunte da Putin, non a caso gioca con irriverenza con il titolo del suo progetto. Un gesto dichiaratamente provocatorio quello di inserire modelli russi e americani in un servizio fotografico  facendo compiere agli uni le azioni degli altri, un gesto chiaramente irriverente che non cade mai nella denuncia o nell’offesa, giocando sul solo filo mentale dell’autocensura senza esprimere palesemente la velata paura per le azioni dell’oligarca. Con la sua arte riveste i panni dell’Occidente, punzecchiando i sistemi autoritari senza esser disposto a pagarne le conseguenze.

Quanto mai contemporanea appare ad oggi la ricerca artistica ed il lavoro compiuto da Mendoza, perfettamente sincrono al momento storico, un tiro alla corda per cercare un equilibrio tra buono e cattivo, forte e debole, giustizia e verità, tra preda e predatore, trovando il senso nel no sense di inganni e bugie ed un placebo per affrontare la paura ora protagonista. Nelle foto dai toni più forti gli stessi modelli indossano la maschera di un giovane Putin ed hanno un dialogo con Rose McGowan, attrice diventata famosa per aver fondato il movimento #metoo contro un sistema che adottava regole sbagliate, non a caso tra le prime ad aver denunciato gli abusi subiti da parte di Harvey Weinstein.

Nello spazio adibito all’esposizione sarà presente una foto intitolata fingers , censurata da Facebook e sempre più dimostrazione di quanto l’epoca in cui viviamo sia influenzata da algoritmi ed automatismi, che stanno prendendo il posto del pensier proprio e della libertà di espressione. La tutela delle ragioni e manifestazioni artistiche è una guerra intrinseca e parallela a quella armata, con la netta differenza che la prima contribuisce ad un miglioramento sociale e ad un approccio non bellicoso ma puramente moralistico alla vita.  L’importanza di esserci pur non essendoci, di attivarsi con qualsiasi mezzo, parte dalla volontà di contribuire al miglioramento.  Non è la quantità ma la qualità del proprio contributo fa la differenza e rende protagonisti in un mondo di attori. Ryan Mendoza decide di prolungare la sua esposizione finché le truppe russe non cesseranno il fuoco, dando quindi il chiaro messaggio che L’ARTE NON SI ARRENDE!