Davanti alla fine del mondo, quando a morire è il nostro linguaggio

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Cosa avverrebbe se le parole, piano piano, smettessero di significare? Se perdessero prima il loro legame logico e semantico, poi la necessità grammaticale, smettendo del tutto di indicare o dire qualcosa e infine riducendosi prima a essere puro suono, musicalità e poi silenzio? Sarebbe la fine del mondo, o meglio: la fine del mondo raccontato e rappresentato dai suoi attori, sarebbe da allora in avanti un palcoscenico senza messa in scena, un’assenza tragica quella del linguaggio, delle parole, e Mauro Cascio, nel suo ultimo libro, immagina questo, che due personaggi, A e B, se ne stiano lì, ad usare per l’ultima volta quel linguaggio che stanno per perdere. Mauro Cascio è un nome noto della filosofia. Curatore di decine di testi per importanti case editrici italiane (Bonanno, Rubbettino, Mimesis), ha anche proposto iniziative culturali in luoghi deputati simbolo come la Biblioteca del Senato (per la presentazione di un testo di David Strauss) o l’Università di Oxford (per un libro di Collingwood).

“Davanti alla fine del mondo” è una rassegnata presa d’atto, dedicata con ferocia a mistici e poeti, di una presenza di senso in dissoluzione. Non vuole essere una profezia, ma una denuncia, quasi. Un messaggio forte, che è stato tra l’altro raccolto da Roberto Kunstler, lo storico autore di tutte le canzoni di Sergio Cammariere, per il suo ultimo, omonimo, lavoro musicale. Il libro di Cascio, edito da Bonanno, è così diventato anche un disco, pubblicato da Sony, con una title track che è un pugno allo stomaco, con un video, presentato in anteprima sul sito del Corriere della Sera, che vede tra l’altro la partecipazione di Ottavia Pojaghi Bettoni, raffinata e bellissima intellettuale, nota alle cronache mondane per essere la ex di Cristiano De André. Il musicista ha incontrato il filosofo tramite Massimo Ricciuti, giornalista dell’Avanti! e musicologo. È lui ad aver letto per primo Cascio ed è lui ad aver proposto a Kunstler, suo amico da sempre, una versione musicale. «Un’esperienza avvincente. Mettere in rima concetti importanti, paure e desideri che non sono solo quelli della filosofia, perché sono i problemi di tutti». Così sono nati subito i primi pezzi. Con la produzione artistica di un altro big, Francesco Musacco, due Sanremo vinti alle spalle, con Povia e Cristicchi. Dopo il debutto dal vivo al Teatro dell’Arciliuto, a Roma, Davanti alla fine del mondo è ora in attesa di serate dal vivo, per poter vivere la potenza culturale nella sua dimensione multimediale, di incontro di due modi espressivi dello Spirito dell’uomo. Un capolavoro tutto da leggere e tutto da ascoltare.